Oggi, 11 gennaio, sono 10 anni dalla morte di Fabrizio De André.
Per quanto mi riguarda era il più grande di tutti e ha lasciato un vuoto che da qui all’orizzonte non si vede ancora come possa essere colmato.
Gli dedicherò la giornata ascoltando due tra i tanti suoi bellissimi dischi: uno dei primi, Storia di un impiegato e l’ultimo, Anime salve.
E mi berrò alla sua memoria pure un goccio di whisky.
E ci vorrebbe pure qualche sigaretta, ma quello no, ho proprio smesso.
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