7 marzo 2012

La corsa del criceto


Parlo sempre di corsa. Beh, non sempre, anche se effettivamente lo faccio spesso. Ma questa la voglio comunque raccontare.
Si tratta della mia prima esperienza su un tapis-roulant, come lo chiamavo io. Treadmill si dice invece ora. Vabbè, una volta si diceva pure footing, ora è running.
Comunque, il clima nevoso del mese scorso mi aveva convinto ad evitare di correre per strada. Non è la neve quando cade, non è neppure il freddo. Il problema  è il ghiaccio per terra. Le mie scarpette da corsa sono lisce sotto, gomma con appena qualche accenno di scanalatura, proprio il minimo indispensabile per fare fluire via l'acqua, ma per il resto con quelle scarpe potrei tranquillamente pattinare. E io di cadere ho paura, correrei tutto prudente e contratto. Tanto vale non correre proprio.
E allora, visto che per correre in pausa pranzo ho fatto l'abbonamento ad una palestra che normalmente utilizzo solo come spogliatoio, mi sono convinto a piazzarmi su uno di quei tappeti rullanti e provare a correre lì sopra. Qui di seguito riporto qualche pensiero sparso:

È pericolosissimo!
Ho in mente questa gif animata:

Secondo me il rischio di fare quella fine è altissimo. Soprattutto se si corre ai propri limiti e la stanchezza sale. Perdere la concentrazione è un attimo e quel coso lì sotto scorre davvero  forte. Credo che il 60% della mia attenzione sia costantemente dedicato al non fare errori che lì sopra avrebbero conseguenze disastrose.

È noiosissimo.
Già non mi piacciono i percorsi monotoni, quelli troppo dritti e piatti. Correre su quel coso significa spingere all'estremo quelle caratteristiche. Nelle palestre (compresa quella che frequento io) piazzano i treadmill di fronte a degli schermi televisivi nel tentativo di rendere meno noiosa l'attività. Va da sé però che la scelta dei programmi sia molto discutibile: io mi sono beccato un paio di tg a volume basso e una specie di Grande Fratello americano su MTV, sempre a volume zero, ma con i sottotitoli.

Fa un caldo folle.
Non è necessario essere dei missili per apprezzare l'aria che ti scorre addosso mentre corri all'aperto. Io per esempio ho l'impressione di iniziare a sudare sul serio solo quando mi fermo, a fine corsa.
Alcuni treadmill sono dotati di ventole che soffiano aria addosso, ma quelli che ho usato io ne erano privi. In sostanza: era dallo scorso agosto che non sudavo così tanto. Parlo proprio di gocce di sudore che cadevano sul rullo!
E si badi che non è solo una questione di disagio: l'aumento eccessivo della temperatura corporea può essere un problema, che innanzitutto diminuisce le prestazioni (o a parità di queste, come si è costretti a fare su un tappeto rullante, aumenta la fatica), ma più che altro affatica eccessivamente il cuore.

Non si può sputare.
Sembra una cretinata, ma quando sei all'aria aperta e ti si accumula saliva in bocca, semplicemente sputi. È sgradevole, lo so, ma io non riesco a farne a meno.
Sul treadmill in palestra non lo puoi fare. E allora te ne stai lì con 'sto bolo in bocca fastidiosissimo e prima o poi te ne devi liberare, se no non respiri più.
Mandi giù, non hai alternative socialmente praticabili.

Dà la scossa.
Altra stupidaggine, ma irritante. Dopo un minuto di corsa sono carico come una pila e qualsiasi cosa tocchi mi dà sberla fastidiosissima. Lo so e lo ripeto, è una sciocchezza, ma essere lì sapendo che nel momento in cui toccherò le maniglie o il pannello di controllo prenderò una scossa, mi da fastidio.

Da allora fortunatamente il ghiaccio per strada è sparito, per cui ho abbandonato il macchinario del criceto e sono tornato alla strada, all'aria che ti scorre addosso, alle curve, alle salite e alle discese, alle persone che corrono  assieme a te, al paesaggio che cambia mentre ti muovi.
E alla possibilità di sputazzare quando mi pare.

1 marzo 2012

Immagini del mondo che cambia

Oggi ho visto passare un camion carico di cabine telefoniche destinate (immagino) alla demolizione.