30 aprile 2008

E intanto i Coldplay...

E mentre i Portishead sfornano un capolavoro epocale, i Coldplay mettono il loro nuovo singolo disponibile per il download gratuito per una settimana (non sono riuscito a capire bene fino a quando, ma per ora è ancora lì).
E francamente potevano pure starsene zitti.

Portishead - Thrid

Purtroppo non ho molto tempo per scriverne quanto vorrei, ma, se non fosse che i due ascolti che gli ho dato finora sonoun po' pochi per sbilanciarsi così tanto, non esiterei a dire che questo disco è un vero capolavoro.
Si sono fatti aspettare dieci anni, durante i quali il gruppo non si è mai ufficialmente sciolto, ma che davano ben poche speranze a chi attendeva la registrazione di un nuovo album.
Poi un mesetto fa la notizia è diventata ufficiale: i Portishead avevano registrato un nuovo album che sarebbe uscito il 28 aprile. Giuro (e l'ho detto) che la mossa mi lasciava abbastanza diffidente: gruppo di discreto successo e di indubbia ed eccelsa qualità sparisce dalla scena per un decennio, per tutto questo tempo si mormora di registrazioni fantasma, poi smentite, poi riconfermate, ma mai ufficialmente, concerti, video, lavori solisti, e infine, con alti squilli di fanfara si annuncia la reunion e il nuovo disco. Ovvio che il sospetto della solita mossa per rimpinguare le casse di ex-musicisti bolliti è stato il primo ad affiorare.

E invece no. Il terzetto (o quartetto, dipende se oltre a Gibbons/Barrow/Ultey si tira dentro o no pure McDonald) era stato in silenzio per la ragione più nobile possibile per un gruppo di musicisti: non aveva niente da dire(*).
E poi, quando l'ispirazione, la voglia di fare musica, di lavorare ad un progetto, di dire qualcosa, sono diventati una vera urgenza, il lavoro è stato fatto, e che lavoro!
Di nuovo, come ai tempi di Dummy, spiazzano per la loro originalità, per la loro capacità di inventare e sorprendere, mischiando suoni, stili e strumenti con un'intelligenza e un estro sublimi.
Nessun revival quindi, nessun dejà entendu, niente che faccia pensare ai vecchi Portishead, non sarebbero nemmeno riconoscibili se non fosse per l'inconfondibile timbro di Beth Gibbons. Suoni modernissimi o vecchissimi, ritmi sghembi o semplicissimi, mai nessuna paura di spingersi oltre i canoni della musica ordinaria, assalti violenti alle viscere e alle ossa, repentini ed inesorabili salite verso il caos e placide planate incontro all'armonia.
Descrivere questo disco è praticamente impossibile, troppo difficile e coraggioso (altro che operazione commerciale, questo è il lavoro meno accessibile dei loro), troppo complicatamente e straordinariamente bello.
Concludo con una foto qui sotto della fascinosissima Beth Gibbons. Si merita tutta l'ammirazione possibile.

(*) In realtà le ragioni sono anche e soprattutto altre: stress, crisi personali e familiari, stanchezza... ma in fondo, dal punto di vista artistico, il fatto è proprio quello: non avevano niente da dire e, piuttosto di dire cose inutili, come troppo raramente si fa, non hanno detto niente.

24 aprile 2008

Ma vacci tu..

C'è una cosa che non riesco a togliermi dalla testa, nonostante trovi più che condivisibili alcune delle sue battaglie e nonostante io sia dell'idea che un po' di senso civico di massa non possa che fare bene.
Continuo a pensare che moltissima della gente che va alle manifestazioni (spettacoli, adunanze, rappresentazioni, comizi,... come si chiamano?) di Grillo, ci vada più che altro perché fa ridere.

Ancora su Cesare Basile

Pure Hellequin Song è bello. Ma bello bello bello.

23 aprile 2008

Cesare Basile – Storia di Caino

Pur avendo sempre amato Fabrizio De Andrè , e nonostante sia forse l’unico cantautore italiano degno del mio amore (bum!), non ho mai pensato che potesse essere anche seminale(*).
Invece spesso mi trovo ad ascoltare canzoni che ne richiamano ora il modo di cantare (il modo più semplice di imitare il Faber), ora i testi, ora le atmosfere musicali, e in genere la sensazione è quella della lesa maestà: come ti permetti tu, cantantucolo da quattro soldi, di scimmiottare uno dei più bei personaggi della musica (e non solo) italiana?

E poi ho scoperto che lo spirito di De Andrè lo si può fare rivivere senza farlo rimpiangere e senza fare la figura del discepolo che ha fatto il compitino.
Il disco di Cesare Basile mi ha fatto appunto vivere la sensazione di avvertire quello spirito aleggiare, ma in un contesto originale e personalissimo dell’autore. È un disco di canzoni che tendono al blues, in bilico tra acustico ed elettrico, sorrette dalla trama di testi meditati e mai banali. I ritmi sono quasi sempre blandi, aeccetto un paio di momenti in cui volume e la tensione crescono particolarmente.
Bello, veramente bello. Capace di farmi ritrovare un bel po’ di ottimismo sulle italiche doti musicali.

(*) Seminale: agg. Termine alternativo-fighetto che definisce l’artista la cui opera ha fatto scuola. Meglio è se l’artista in questione è totalmente oscuro [...l'unico album dei Dadamah, che resta un seminale lavoro di avant-rock...]. Contr. derivativo

22 aprile 2008

Non nel mio nome

unsubscribe from human rights abuse in the war on terror
Se sento la parola “tortura”, subito mi vengono in mente le pratiche care alla Santa Inquisizione, raffigurate in stampe che per nostra fortuna non sono mai sufficientemente realistiche da rendere completamente l’idea .
Poi mi vengono in mente le immagini di “Fuga di mezzanotte” in cui Billy, prigioniero in un carcere turco, viene percosso a bastonate sulla pianta dei piedi nudi. Poi mi vengono in mente i racconti delle vittime delle dittature sudamericane.
Ci metto un po’ ad arrivare a pensare al cosiddetto Occidente, a casa nostra, ma poi purtroppo, le immagini affiorano, si chiamano Bolzaneto, Guantanamo, Abu Grahib...
Ora Amnesty International lancia, unsubscribe-me, una campagna che mira a chiedere (io direi che si dovrebbe pretendere) la cessazione da parte del governo degli Stati Uniti (e ovviamente di qualsiasi paese che avesse la bella idea di imitarlo) dell'utilizzo di metodi di interrogatorio come il waterboarding, ovvero una tecnica che consiste nell'immobilizzare un individuo e versare acqua sulla sua faccia per simulare l'annegamento, cosa che produce il riflesso faringeo, facendo credere al soggetto che la morte sia imminente, benché non causi danni fisici permanenti.
Altra tecnica è il Waiting for the guards in cui si costringe il prigioniero a rimanere per ore in una posizione scomodissima, bendato e con le mani legate. Totalmente inerme, trascorre tutto questo tempo sotto la minaccia di una percossa, una bastonata, un calcio, un pugno che potrebbe arrivare subito, oppure dopo un’ora, o dopo 5 ore, o fra due secondi…
Questi sistemi vengono utilizzati senza rimorsi dalla “più grande democrazia del mondo”, nella sua lotta contro il terrorismo.
Cito direttamente dal sito dell'iniziativa, dove potete trovare tutte le informazioni a riguardo: President Bush says waterboarding is an acceptable 'enhanced interrogation technique'. We say it's torture.
Qui sotto, uno dei video prodotti da Amnesty per mostrarci come funzionano queste tecniche.

18 aprile 2008

Talibam! - Ordination Of Globetrotting Conscripts

Innanzitutto devo prendere l'appunto che la lista dei migliori album dell'anno appena trascorso va fatta almeno ad aprile. È infatti già la seconda volta che mi capita di scovare un disco che lì dentro ci sarebbe entrato di pieno diritto. Magari la riscrivo, va.
Siamo in un ambito come al solito difficile da definire, ma nel mio ideale catalogo questo CD andrebbe nel non molto affollato cassetto del free-impro-rock-jazz. I Talibam! sono un trio di New York batteria, sax e synth che in questo disco si avvale della collaborazione di altri musicisti che aggiungono basso, chitarra e altra strumentaglia d'assalto.
Ne viene fuori un lavoro splendidamente caotico, energetico e coinvolgente nonostante la sua quasi totale inaccessibilità. Il suono scorre come una valanga, le improvvisazioni sono pennellate frenetiche e astratte, la struttura armonica (se esiste), un groviglio destrutturato. Ma, nonostante le apparenze e con un minimo i pazienza, si avverte che tutto ciò non è completamente sconclusionato, si sente fortissima e chiarissima la sintonia tra i musicisti, la coesione del gruppo assieme ad una (remotamente) comune ispirazione.
Non so bene che mi piglia quando sento dischi così, avverto un entusiasmo che ormai difficilmente provo con lavori più nei consueti binari, un'esaltazione che scaturisce da una bella scoperta, da possibilità inesplorate che mi si aprono improvvisamente, la gioia del potere essere ancora stupito dalla Musica. Anche se, lo ammetto, arrivarne alla fine è un esperienza spossante.

15 aprile 2008

The (election) Day After

Due banali considerazioni, i miei due pence sulla batosta elettorale:

1. Al di là della delusione e nonostante non fosse neanche del tutto imprevedibile, ho come l'impressione, la pessima impressione, che in fondo il sentimento trionfante in queste elezioni, la parola che ne ha determinato il risultato, mai pronunciata, ma vincente più di qualsiasi slogan, sia "egoismo".

2. E mi preoccupa pure molto il fatto che già nei commenti di queste ore si stia constatando che avere un atteggiamento pacato e non rissoso, propositivo e non distruttivo, di dialogo e non di insulto, sia la peggiore strategia possibilie in campagna elettorale.
Siamo nel territorio della teoria dei giochi: l'atteggiamento collaborativo è perdente se l'avversario ne sostiene uno aggressivo. In questo caso allora è meglio averne uno
aggressivo a propria volta, così almeno non si lascia stravincere l'avversario (ma se ne esce entrambi con le ossa rotte).
Tutto sommato questa cosa già la si sapeva da un po' di elezioni, ma 'stavolta mi pare che ci sia una dimostrazione quasi matematica. La preoccupazione sui livelli che assumerà lo scontro politico a venire è quasi pari a quella per il governo dei prossimi 5 anni.
Allegria.

10 aprile 2008

Due notizie in (apparente) contraddizione

Mi permetto di segnalare due cose che apparentemente viaggiano in direzione opposta:

Per il 19 aprile è stato indetto il Record Store Day, un'iniziativa che dovrebbe celebrare una specie di orgoglio del negoziante di dischi, ovvero (cito dal sito) in quel giorno i negozi partecipanti si connetteranno tra di loro con l'intento di celebrare la cultura e il posto che occupano sia nelle comunità locali che in quelle nazionali.
In pratica, sarebbe cosa buona e giusta se mettessimo a riposo l'instancabile mulo e andassimo a comprare un CD. Non al supermercato però, in un NEGOZIO!

Contemporaneamente i Dexateens, un quintetto southern-rock dell'Alabama, decide di regalare il proprio nuovo album (Lost and Found) permettendone lo scarico gratuito dal proprio sito. Oltretutto ad un buon bitrate, 320 kbs, altro che quei taccagni dei Radiohead (192 kbs).
Il motivo per cui lo fanno è dichiarato nella loro home page: Because we love you, that's why.

E questo è pure il motivo per cui due iniziative in contraddizione, l'orgoglio culturale di chi vende musica su supporto fisico e la distribuzione gratuita del proprio album in formato digitale, in realtà sono spinte dalla medesima motivazione: l'amore per la musica e per chi la ascolta.
Lunga vita!

8 aprile 2008

Into the wild

Ho visto questo film e mi è piaciuto molto.
Non credo sia il caso di dilungarsi molto oltre, tante sono le recensioni e i commenti che si possono leggere in giro. Alcuni tutt’altro che benevoli.
Per i pochi che non lo hanno visto o che non ne hanno neanche sentito parlare, dico solo che racconta la storia di un ragazzo che dopo la laurea (diploma USA) molla tutto, famiglia, agi, relazioni umane, proprietà e si mette a vagabondare per gli Stati Uniti, fino a dirigersi verso l’Alaska dove potere raggiungere il culmine del suo processo di isolamento sperdendosi nella meravigliosa ma terribile natura di quei posti.

Quello che mi va di fare qui è riportare una piccola riflessione che ho fatto mentre, sonnacchiosamente sdraiato sul divano, assistevo allo spettacolo della splendida fotografia di questo film: ho invidiato il protagonista, fortemente.
Ora, chi mi conosce personalmente, sa che la vita di Christopher McCandless (aka Alexander Supertramp), è forse l’esatto contrario di quella che conduco io: famiglia numerosa, lavoro da impiegato vicino a casa, cerchia di amicizie ristretta ma solida, viaggetti delle vacanze quasi sempre nei limiti nazionali e così via. Tanto ordinaria da fare immediatamente pensare ad una insoddisfazione, un rimpianto.
E invece no.
Qui lo dico ad analisi conclusa, ma confesso che, mentre mi addentravo in questa riflessione, un certo momento di ansia l’ho vissuto eccome. In pratica mi sono chiesto: ma come? Invidio queste vicende? E allora, che ci faccio qui?
Bè, il succo del discorso credo sia suppergiù questo: nella mia vita ho fatto in modo di creare dei legami talmente assoluti e al limite dell’ideale, che se non potessi avere questi, non ne vorrei nessuno e tutto sommato, benché meno anticonformista, è una scelta radicale pure la mia, non poi così diversa da quella di Chris. Solo che lui queste relazioni non le aveva, e quindi, piuttosto che abbandonarsi all’ipocrisia e al conformismo, ha scelto la fuga.
L’invidia poi sta naturalmente nella possibilità che ha lui di esplorare il mondo geografico (non essendo stato in grado di esplorare quello delle relazioni interpersonali), nella libertà delle sue scelte, nell’indipendenza dai vincoli sociali…
Non sto qui a decidere se sia più coraggioso scappare o tentare di costruirsi ciò che manca, mi è rimasto solo un pensiero che, rodendomi come un piccolo tarlo, mi procura ancora qualche brivido lungo la schiena: mi sa che non è affatto detto che sia la sua, la scelta più rischiosa delle due.

4 aprile 2008

Mi fai una cassetta?

Nello scorso millennio, quando filesharing e p2p non erano neanche immaginabili, lo scambio musicale pirata esisteva già, eccome.
Solo che ovviamente non coinvolgeva potenzialmente l'intero pianeta, lo scambio avveniva tra amici e il formato era quello della cassetta (la musicassetta). Ora si tende un po' a sminuire questo sistema, che ha un aspetto davvero naif confrontato con le tecnologie attuali, ma grazie ad esso qualcuno (io per esempio...) si è potuto fare una cultura musicale senza spendere dei patrimoni.
La qualità della registrazione era ottima (ancora oggi qualcuno a livello audiofilo considera confrontabile, se non addirittura migliore, la qualità del supporto magnetico rispetto al cd), la maniacalità certosina di certi creatori di cassette consentiva di ricevere, al costo irrisorio di una C-90, degli album perfettamente registrati e confezionati con titoli e copertine da fare invidia agli originali.

Ora il sito Muxtape permette di resuscitare questa tradizione. Si crea una cassetta, ovviamente virtuale, con dentro fino a 12 brani, da mettere a disposizione di chiunque la voglia ascoltare.
Io ho creato la mia (nellabottiglia.muxtape.com) nella quale ho messo un po' di roba. Sono in fase folk, quindi l'atmosfera è quella. Più o meno.

A imperituro omaggio a mio cugino, per me il Massimo autore di queste C-90 perfette, nella lista ci sono pure un paio di brani (il 3 e il 4) che mi ha fatto scoprire proprio lui con questo sistema.

NB Pare che firefox non funzioni bene su questo sito. Turatevi il naso e per stavolta usate Internet Explorer.

3 aprile 2008

I tormentoni della rete

Ogni tanto in rete iniziano a girare i cosiddetti tormentoni, filmati, foto, articoli o notizie che colpiscono in modo particolare e iniziano a riscuotere un inaspettato successo tramite quel tam-tam del passaparola che da sempre è la migliore delle tecniche pubblicitarie.
Questo che vedete qui sotto è il filmato che riprende un manager Telecom che motiva quella che si immagina essere una platea di dipendenti.
Il suo stile è grintoso, deciso, informale, condito pure di qualche parolaccia che fa tanto "quello che dico mi sgorga dal cuore" .
E pure, visto che un manager è un manager, mica un pisquano qualsiasi, ci mettiamo pure qualche riferimento culturale, perché la Storia insegna, e sono i grandi uomini a farla, la Storia, grandi uomini che al momento decisivo hanno saputo tirare fuori...
Ecco, a questo punto il nostro commette la piccolissima imprecisione che lo sta rendendo famoso un po' su tutta l'internet italiana.
Ma godetevelo un po' pure voi:


AGGIORNAMENTO (04/03): Il video è stato rimosso da YouTube. Tutto sommato posso capirlo: per una persona che probabilmente fa proprio quel mestiere, il motivatore, un tale filmato, diffusissima prova di un suo colossale sputtanamento, è davvero un gran danno. Non parliamo di censura, l'avrebbe fatto chiunque.
Per chi non lo avesse visto faccio un breve riassunto:
Manager grintoso e cazzuto arringa una folla di dipendenti dicendo che lui è incazzato perchè in giro c'è troppo pessimismo, si ha troppa paura del futuro.
In questi casi, dice, bisogna tirare fuori la grinta, fare come Napoleone a Waterloo, dove compì il suo capolavoro (!), tutti lo davano per fatto [sic.] ma lui riuscì a compiere il suo capolavoro.
E la ribadisce pure 'sta storia del capolavoro di Napoleone a Waterloo, citandolo ancora a fine discorso, senza neanche notare le probabili facce attonite degli spettatori...
Leggendo un po' qua e là scopro che la cosa si spiega col fatto che ai corsi che fanno a questi "motivatori", gli rifilano la storia sì di Napoleone, ma a Austerlitz (dove effettivamente compì un capolavoro). Waterloo probabilmente gli dicono di non nominarla neanche in queste lezioni. Lui ha solo fatto un po' di confusione...

2 aprile 2008

P.I.L. - Metal Box

Della serie: meglio tardi che mai.
Scopro questo disco a quasi trent'anni dalla sua uscita (1979) e mi accorgo che è un capolavoro incredibile. Si va a piazzare saldamente tra i primissimi posti della mia top-ten assoluta (che ora dovrò rivedere, perché di sacrificare gli Animal Collective proprio non ho cuore), giocandosela duramente con i Pere Ubu.
Johnny “Rotten” Lydon si lascia alle spalle la bruciante (e bruciata) fase Sex Pistols e fonda i Public Image Ltd. Metal Box è il loro secondo lavoro, linee di basso claustrofobiche, ritmiche tribali, voce salmodiante, chitarre taglienti e dissonanti.
Ad averlo ascoltato appena uscito si sarebbe potuto pensare il solito ritornello che "la musica non sarà mai più la stessa", e in effetti un disco come questo ha sia la forza che l'importanza per cambiare la direzione di tutto un genere musicale. Poi si sa che le cose invece non cambiano e certi stereotipi del rock sempre uguali a se stessi, da Chuck Berry in poi, resistono alla grande, ma queste pietre miliari sono lì a dire che no, si può fare molto ma molto di più.
Si dice che Lester Bangs si sia buttato dentro la sua abitazione in fiamme per salvare dall'incendio solo questo album. La sua folle lucidità aveva ragione pure quella volta.