Siamo di nuovo alle prese con qualcosa di sorprendente, una fusione tra noise e rock così ben amalgamata da lasciare stupefatti. La musica è suonata da un semplicissimo trio chitarra-basso-batteria, ma con un tale uso di riverberi e distorsioni che si fa fatica a distinguere gli strumenti. Il ritmo è martellante, tribale, e questo, assieme ad un cantato quasi salmodiante ricorda un po’ i Liars, ma è il tappeto sonoro, fatto di armonie inintelligibili eppure presenti che li distingue nettamente.
Siamo alle solite, e questo è uno degli aspetti che mi piace di più in certo tipo di musica: ad un ascolto superficiale pare di assistere ad una performance puramente noise, casino allo stato puro insomma, poi, dandogli un po’ di fiducia e con una certa dose di pazienza (e di pelo sullo stomaco, direi) si scopre che sotto quelle cacofonie si celano invece dei gioielli di brani assolutamente accessibili, addirittura cantabili, volendo.
Come sempre si tratta di un disco mica facile da trovare in giro, ma se vi capita, o pure se volete passare tramite il p2p, acquisitelo, ne vale davvero la pena.
Lo sconsiglio per le feste in spiaggia però, eh. Siete avvisati.
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