Confesso di averlo snobbato.
E ammetto di essermi sbagliato.
I Baustelle arrivavano da La malavita, un album di mediocre noir-pop italico, un po' troppo pretenzioso per quel che alla fine vale. E con questo nuovo, mi pareva che il livello di pretenziosità fosse ulteriormente salito, impressione che dovevo più che altro all'entusiastica accoglienza che certi ambienti fighetti gli hanno tributato all'uscita. Mi è capitato pure di leggere benevole recensioni del singolo Charlie fa surf, che tutto mi pareva tranne che un brano degno di attenzione tra le numerosissime canzonette che scivolano costantemente fuori dalle radio commerciali senza distinguersi in alcun modo dai jingle pubblicitari a cui si alternano.
E invece, tanto per provare, un giorno che non avevo voglia di ascoltare roba impegnativa, l'ho infilato nel lettore CD e ho scoperto che si tratta di un lavoro davvero accattivante.
Intendiamoci: nulla che segnerà la storia della musica, rimaniamo coi piedi ben piantati nel territorio della canzonetta (o, per essere meno sufficienti, nel pop-melodico), ma il risultato è quello di un po' più di un'ora di musica di buon livello, con tante concessioni al "già sentito", ma quasi sempre orchestrate con intelligenza e buon gusto.
Non mancano i momenti pretenziosi, ogni tanto il Francesco Bianconi ci tiene a fare sapere che è una persona colta, lui. Però tutto sommato non è poi così pesante, anzi, fa piacere e pure un certo effetto sentire citare, adagiati su melodie orecchiabili, gente come Cassavetes, Baudelaire, Lee Hazlewood, Cattelan, Rohmer...
Allora, alla fine mi ritrovo a fare ammenda e a dovermi un po' rammaricare del mio snobismo ammettendo che sei tratta di un bel disco. Ogni tanto fa bene pure a me.
E a maggior penitenza faccio ancora un'ultima confessione: 'sto diavolo di ritornello di Charlie fa surf non me lo riesco a levare dalla testa. Appiccicoso come la marmellata.
28 marzo 2008
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2 commenti:
tutto qui?sicchè i baustelle arrivano da "La malavita"....che dire...il "sussidiario illustrato della giovinezza" e "la moda del lento" cosa sono?Guarda,lascia stare,non è obbligatorio esprimersi!Trovo che i baustelle si siano meritati il posto che stanno occupando,dopo essere passati per sperimentazioni difficili e tutt'altro che melodiche o "orecchiabili"(vatti a sentire "marlon brando"oppure "cin cin").Tanto più che inserendosi nel panorama pop della musica italiana hanno ben pensato di riportare temi davvero popolari in Italia come il terrorismo e la p2.Francesco fa bene a sfoggiare la sua cultura,se il livello del pubblico cui è indirizzato l'album è questo!Inoltre le citazioni nell'album sono numerose e non solo narrate:pensa al giro di basso della canzone"panico!",rimanda proprio alla country music degli anni'60 se non '50(ascoltati"these boots are made for walking" di Nancy Sinatra).......CANZONETTE!!!
ps:sono anonimo solo perchè non capisco come cavolo inserire un id!Saluti da bobomerenda!
Eppure, bobomerenda, avevo cercato di essere abbastanza positivo nei confronti di questo album.
Mi spiace che tu te la prenda col fatto che affibbio a quelle canzoni la categoria di "canzonette", ma per quanto mi riguarda è proprio così.
E' un genere musicale, che annovera tra i suoi esponenti un sacco di cagate, ma pure delle altissime espressioni. Se tu invece gli assegni una connotazione solo negativa, beh, mi spiace per te, ma ti sbagli.
E poi, scusa, ma definire "cin cin" sperimentazione difficile... bah.
"Marlon Brando" non l'ho trovato, in che album è?
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