22 dicembre 2009

La neve, la neve!!!

Questa mattina, dalla finestra:

21 dicembre 2009

Gelo

Continua la mia storia d'amore con la corsa e non si arresta nemmeno con le temperature polari di questi giorni.
Oggi, con una di quelle brezzoline gelide che affronteresti solo con passamontagna e guantoni di pelliccia, mi sono imposto di fare l'eroe e di non rinunciare all'uscita programmata.
Mi sono vestito con il meglio del mio abbigliamento invernale da corsa, che consiste in un paio di pantaloni tecnici ed una maglia parimenti tecnica. Tenete presente che per "pantaloni tecnici" si intendono delle specie di fuseaux aderenti neri che, a causa del mio attuale "fisico asciutto" ("da anoressico" lo descrive la mia gentile mogliettina) mi rendono inguardabile. Una specie di stecco nero che corre su due scarpe bianche. Come dicono a Roma, nun me se ppò vedè.
Comunque, me ne frego, e il motivo è molto semplice: correre al gelo è bellissimo.
Ovviamente, oltre pantaloni e maglia, occorre coprire anche fronte e orecchie tramite fascia e le mani con un paio di guanti, leggeri ma indispensabili.
E poi via.
L'aria fredda ti scivola addosso, tagliente e limpida. Il calore lo senti nascere da dentro, il tuo corpo è l'unica fonte di tepore che si abbia a disposizione. Ed è efficiente, nonostante tutto. Dopo pochi minuti senti che il freddo non ti infastidisce più, anzi, è l'unico modo di equilibrare una temperatura che sarebbe fin troppo alta, dentro a quelle diavolerie tecniche che ci si mette addosso. L'aria che entra nei polmoni è quasi bruciante, ma ti da una sorta di propriocezione amplificata: riesci ad avere la sensazione di ogni centimetro dei tuoi polmoni, li senti vivi nel petto come non mai.
Il fiato esce in nuvole di vapore, perfino dalle spalle ho visto salire del vapore.
Il parco era quasi deserto. Quasi, perché di irriducibili ce n'è diversi, non sono certo l'unico.
Gli alberi coperti da neve che non si scioglie, i prati ai bordi del percorso ghiacciati.
A un certo punto uno scoiattolo mi ha attraversato lesto la strada, a un paio di metri dai miei piedi.
Semplicemente perfetto.

18 dicembre 2009

Casa addobbata

E ora manca solo Babbo Natale.



[in realtà è già addobbata da un po' di giorni, ma dato che latito un po' da queste parti...]

16 dicembre 2009

Stupore e meraviglia

Questo video è una delle cose più affascinanti che abbia visto ultimamente.
Si tratta di una simulazione di come sarebbe la Terra se fosse circondata da anelli come Saturno.
Buona visione.

15 dicembre 2009

James Frey - Buongiorno Los Angeles

Protagonista di questo romanzo è una città, e per di più una delle città più grandi, multiformi, multietniche, popolose,... del mondo: El Pueblo de Nuestra Señora la Reina de Los Angeles de Porciúncula, oggi detta appunto Los Angeles. Una città la cui dimensione, noi piccoli italiani, facciamo fatica a concepire (ho provato a giocare con Google maps: visualizzare Torino con la stessa risoluzione che comprende l'area metropolitana di Los Angeles, porta a coprire ben più che l'intera provincia. Per chi è pratico da Pinerolo a Novara. Tutta città. Bestiale).
All'interno di questa città si muovono milioni di persone, ognuna con le proprie origini, le proprie ambizioni, i propri problemi, i desideri, i guai, gli amori, gli odii,... e Frey ce li racconta tutti, alcuni col telescopio, altri con la lente di ingrandimento: ci sono notizie storiche e statistiche sulla città, ci sono aneddoti sulla vita di centinaia di persone, ci sono abbozzi di storie personali e ci sono alcuni personaggi la cui vicenda viene narrata nel dettaglio.
Questo gioco di prospettive è ottenuto frammentando tutti gli ingredienti e poi riproponendoli mischiati uno dopo l'altro (fortunatamente mantenendo almeno l'ordine cronologico). Per cui in un capitolo si narrano le vicende di un barbone e in quello dopo si disquisisce sull'industria del porno, e poi una storia dell'acquedotto cittadino, e poi le vicende di un'immigrata messicana, e poi un elenco di aspiranti star dello spettacolo arrivate a Los Angeles e poi adattatesi a lavori ben diversi,...
In mezzo a questo caleidoscopio si delineano le quattro storie principali:
-l'attore stra-famoso, stra-viziato e stra-ricco con una segretissima tendenza gay che si innamora non ricambiato e mette a repentaglio la propria carriera
-la ragazza di origini messicane che si arrangia alla ricerca di una propria realizzazione
-una coppia di ragazzi che fugge verso Los Angeles da una realtà famigliare violenta e opprimente del midwest in cerca della propria felicità
-il barbone che cerca un riscatto alla propria vita balorda cercando di salvare una ragazza drogata
Il tutto scritto in uno stile abbastanza moderno, ma fortunatamente sempre scorrevole.
Ci si stacca un po' dal classico schema intro-svolgimento-conclusione, ma chiuso il tomo (555 pagine) si ha la sensazione di avere vissuto un po' da quelle parti, di avere assaporato il gusto di quei posti. E non è poco per un libro.

11 dicembre 2009

Sono stato ad un concerto...

...cosa che di per sé è già un piccolo evento (per me, s'intende).
Ho visto i Il Teatro degli Orrori, e ne ho parlato sull'albumbianco.

4 dicembre 2009

Medicina alternativa

Fortunatamente con un certo successo, almeno in ambito strettamente familiare, mi ritrovo ogni tanto a condurre delle crociate anti-medicina alternativa. Trovo che siano pratiche strettamente connesse alla superstizione (male non fa, tanto vale provare) e per di più gestite in modo assolutamente truffaldino.
Da un po' seguo questo blog, che consiglio a tutti anche a riguardo di influenza A/H1N1, e oggi ho letto questo post che avrebbe dell'incredibile se invece non fosse una triste realtà:

Un peso sullo stomaco

Prima di chiudere la serie di articoli dedicata ai vaccini, piccolo break.
Giusto per raccontare come una paziente poco informata o sprovveduta o ingenua, scegliete voi, può mettere a repentaglio la propria salute se non la propria vita. Di esempi ne abbiamo visti tanti, io ne vedo un bel po'.
Questo uno degli ultimi che mi è capitato.
Maggio 2009. Pomeriggio di ambulatorio.
Entra una paziente per una visita.
Una donna sui 35 anni, cultura media, buon aspetto anche se visibilmente sofferente, ha avuto un figlio qualche anno prima.

Si siede.

Allora signora, perchè è qui?

"Ho un problema di stomaco. Da circa 2 anni ho continui dolori addominali e non digerisco bene. Dopo aver provato qualcosa consigliatomi dal medico di famiglia, parlo con una mia amica che mi consiglia un prodotto omeopatico."

Aspetti, un attimo...questi dolori come sono...dove? Hanno legami con qualche alimento, con il ciclo mestruale?

"No, mi venivano ogni tanto...prima...da un mese sono praticamente continui...".

Ha fatto degli esami? Il suo medico cosa le ha detto...?

"Il medico di famiglia mi aveva consigliato dei raggi all'addome...ma io mi vergognavo di dirgli che prendevo le pillole di omeopatia, così non li ho fatti e non sono tornata da lui per quasi un anno...".

Le hanno fatto qualcosa questi farmaci omeopatici?

"Sì, all'inizio sì, poi mi sono sentita male un paio di volte, sono anche svenuta dal dolore...e..."

...è andata all'ospedale almeno?

"No, sono andata dall'omeopata della mia amica che mi ha cambiato cura perchè quella consigliata era sbagliata e non poteva andare bene per me, mi ha fatto fare degli esami e mi ha cambiato terapia...dandomene una personalizzata..."

Vediamo? Gli esami dico, li ha portati?

"Certo...ecco...sono tutti qua..."

(mi consegna una busta con dentro dei fogli)

Controllo bioenergetico
Esame delle intolleranze
Mineralogramma del capello
Check up funzionale segmentario
Alcuni esami del sangue
Bilancio vegetativo e biofeedback
(PS: Per chi non l'avesse capito, si tratta di esami inutili e fumosi, tipici degli alternativi)


Mi scusi signora...ma ha fatto solo questi esami?? Cosa le ha detto questo omeopata??

"Dopo aver visto gli esami mi ha detto che ho un'intolleranza alimentare ed un'allergia ai metalli e ad altre cose e mi ha prescritto una dieta, dei fiori di Bach ed altre pillole omeopatiche..."

...e come è andata...meglio...?

"Insomma...all'inizio bene...poi male...cioè peggio...e poi era passato quasi un anno sono ingrassata, ho la pancia gonfia, un peso continuo...non mi sento bene...i dolori ci sono ancora...così mi sono decisa ad andare dal medico di famiglia che mi ha detto che era meglio venire qui...così..."

E quel medico l'ha più sentito?

"L'avevo chiamato per avvertirlo che stavo peggio ma quando mi ha detto che probabilmente avevo un blocco energetico sullo stomaco causato dall'ansia e che dovevo sottopormi a dei clisteri disintossicanti ho lasciato stare...io sono ansiosa ma il dolore c'è davvero..."

Ok...si prepari per la visita.

La signora si prepara. Ha l'addome rigonfio, enorme, sembra una donna in gravidanza al 6°-7° mese, è sofferente, pallida.
Non posso toccarle profondamente l'addome perchè prova molto dolore ma mi è bastato appoggiare la mano per sentire una massa molto grande. Eseguo la visita che è possibile effettuare con molta difficoltà visto il dolore e decido di fare una ecografia. L'infermiera presente è allibita e borbotta qualcosa.

L'immagine è risolutiva, la signora ha una massa addominale a contenuto liquido di almeno 28-30 cm. di diametro.
Le comunico la situazione, deve essere operata d'urgenza, rischia la peritonite se la massa (un'enorme cisti ovarica probabilmente) si rompesse. Oltretutto dal dolore e dai sintomi ho il sospetto che la cisti si sia "torta" (girata su se stessa sul proprio peduncolo) e questo se non risolto sarebbe un guaio.

Le spiego un po' di cose e le chiedo di andare al reparto per eseguire degli esami d'urgenza, l'indomani si sarebbe ricoverata per l'intervento chirurgico.

E' un po' spaventata, la tranquillizzo: -l'importante è che lei sia qui, domani risolverà il suo problema, stia tranquilla...-

Le chiedo: Per curiosità, ma quanto prendeva per ogni visita il suo omeopata?

"Dipende, per le viste prendeva 150 euro, per gli esami ci sono stati quelli da 200 euro ed uno mi è costato 500 euro..., gli avrò dato in meno di un anno circa 2500 euro....credo...medicine a parte....".

Ma non le ha mai detto di andare in ospedale, non le ha mai consigliato altri esami...un'ecografia...

"No, mi diceva che se andavo in ospedale mi avrebbero operata perchè i chirurghi non pensano ad altro ed operano chiunque..."

Mah...va bene signora...ci vediamo domani in sala operatoria.

L'indomani intervento abbastanza tranquillo, l'unica difficoltà era rappresentata dalla massa, troppo grande per essere estratta intera, così decidiamo di aspirarne il contenuto, la cisti, enorme, si sgonfia come un palloncino e così riusciamo ad estrarla e ad asportarla. Sono stati aspirati circa 5 litri di liquido. Le immagini della cisti sono abbastanza cruente e non credo siano adatte ad un pubblico "generico", quindi evito di pubblicarle, per capire di cosa sto parlando comunque, ho pesantemente modificato una foto della massa già asportata per renderla irriconoscibile, credo si intuiscano le dimensioni (la cisti è appoggiata su un telo bianco ed a destra si intravede unmetro da sarto sul quale ho segnato i centimetri):

Quello che vedete nell'immagine sotto è parte del liquido aspirato, assieme a quei contenitori ne esiste un altro quasi pieno ma non è visibile perchè stava per essere inviato per l'esame istologico, il contenitore più grande contiene 2 litri di liquido quello più piccolo 1 litro, quello non visibile altri 2 litri circa.


La cisti è stata asportata assieme ad una tuba ed all'ovaio di destra.
L'aspetto non è particolarmente preoccupante, nel senso che non sospettiamo una natura maligna, ma sarà l'esame istologico a dare il responso definitivo, speriamo bene.

Estratta, sgonfiata senza contenuto, la cisti è un enorme palloncino floscio di circa 25 centimetri.

L'intervento termina, tutto a posto, post operatorio regolare. La signora sta bene.
Ditemi ancora che le medicine alternative non fanno male e che l'omeopatia funziona.
Anzi, ditelo alla signora.

Riflessione a margine: quel medico (era un medico omeopata) probabilmente non ha rischiato molto facendo quello che ha fatto se io invece avessi detto alla signora di curarsi con l'acqua fresca avrei rischiato tantissimo. Questo perchè lui "cura" con l'omeopatia che è nota essere inefficace e quindi non è obbligata a conseguire un risultato io invece, da medico "allopatico" sono obbligato dal contratto medico-paziente ad ottenere un risultato e non posso curare con l'acqua.

Si potrà quindi capire perchè un ciarlatano è molto più protetto e "legalmente autorizzato" di un medico con le carte in regola.
Riflettiamo per un attimo su cosa rappresenta una cosa del genere...

Nota: questa è una ricostruzione, sono stato autorizzato a raccontare la storia dalla stessa paziente (che legge questo blog) anche se ho cambiato alcuni elementi della vicenda per motivi di privacy rendendo l'intera storia non riconoscibile.

Alla prossima.

3 dicembre 2009

I4P - Qualche considerazione

Ho aderito piuttosto istintivamente alla campagna Internet for Peace, che si propone di candidare Internet al premio Nobel per la Pace 2010.
Si tratta di una candidatura anomala, di solito a ricevere il premio sono delle persone o al più delle organizzazioni (la Croce Rossa, Amnesty International, Medici Senza Frontiere,…), mentre in questo caso l’idea è quella di premiare uno strumento.
Ripeto, la mia adesione è stata istintiva. Sponsorizzata da una rivista che apprezzo e leggo regolarmente (Wired), questa iniziativa ha un’aria di modernità, di impegno sociale e di brillantezza tali da avermi spinto a cliccare su JOIN US senza pensarci troppo su.
[Inoltre in queste cose vale sempre il “tanto non costa niente”. E qui si dovrebbe aprire una riflessione sull’efficacia di queste iniziative a cui è possibile aderire con un clic, ma ora questo discorso porterebbe fuori tema]
Ma poi, coscienziosamente, la domanda me la sono posta: perché candidare Internet al Nobel per la Pace?
Ci sono già in giro riflessioni ben più autorevoli e fondate della mia, e altre ne verranno sicuramente, ma intanto provo a dare il mio contributo.
La piglio alla larga: qualcosa come 250 anni fa, Rousseau sosteneva la tesi del “buon selvaggio”, quell’idea poi ampiamente smentita, che l’uomo fosse per sua natura buono e che fosse la società, con il suo creare aspettative e forzare competizioni, a corrompere questa bontà primitiva.
È abbastanza evidente di come questa tesi sia piuttosto irreale e ottimistica, dove anzi, sembra che troppe volte sia proprio l’emergere degli istinti più primitivi a distruggere il castello di buone maniere sociali che ognuno si crea a mente fredda. Insomma, mi pare che l’evidenza dei fatti sia proprio l’opposto di quanto pensasse Rousseau: i nostri istinti primitivi sono bestiali, nel senso negativo del termine, e sono solo le convenzioni sociali a imporci di tenerli a freno. Così, nonostante si facciano i migliori propositi per comportarsi bene, per essere solidali, pazienti, collaborativi, propositivi eccetera, basta uno scatto fuori tempo, un disguido, per farci perdere la rotta e trasformarci in belve feroci. E badate, non parlo solo della coda al semaforo, ma pure di movimenti assai più ampi come le guerre, che sembrano essere la dimostrazione di quanto si possa perdere la trebisonda anche a livello globale.
Ed è proprio questo uno dei meriti fondamentali di Internet: permetterci di avere una vita sociale senza precedenti storici, ma di farlo consentendoci pure di lasciare fuori di essa o almeno di moderare i nostri impulsi più focosi. A farla semplice: abbiamo la possibilità di essere in contatto con praticamente tutto il mondo, ma lo facciamo sempre per via scritta, concedendoci ogni volta il tempo di pensare a quello che stiamo per dire o fare prima di dirlo o farlo. E questo è un aspetto totalmente diverso dalla vita non-virtuale, quando ammazzeremmo il tizio che non parte al semaforo o vorremmo strangolare il tipo che si mette a far polemica allo sportello facendoci perdere il nostro prezioso tempo.
Tant’è che i social-network come Facebook, Friendfeed o Twitter, sono pieni di sdolcinature perfino esagerate, anche tra gente con cui all’atto pratico non ci sederemmo mai a mangiare allo stesso tavolo.
Tutto questo, moltiplicato per i milioni di rapporti interpersonali, crea una rete enorme di buona convivenza, molto più civile di quanto sia la realtà lontano dagli schermi del pc.
Beninteso, esistono pure le eccezioni e sono sia numerose che decisamente violente, basti pensare ai provocatori da forum, ai troll dei newsgroups, a chi usa YouTube per esibire la propria imbecillità, ai gruppi inneggianti violenza o razzismo. Ma sono eccezioni, sono l’inevitabile cattivo uso che si fa di ogni strumento, però, al di là delle statistiche risulta piuttosto evidente di quanto la corrente generale sia sostanzialmente positiva.
Questo già mi sembra un gran bel motivo per ritenere Internet, e soprattutto l’Internet di questi ultimi tempi, un grande strumento di pace. Per non parlare poi degli aspetti più evidenti, come la diffusione dell’informazione, la collaborazione tra sconosciuti nella creazione di sapere condiviso (Wikipedia), il supporto tecnico o morale su qualsiasi argomento (hai un problema? C’è sicuramente un forum pieno di esperti pronti ad aiutarti, provare per credere), il livellamento dei costi (vero, caro Adam Smith?), il controllo sociale sui governi, e via magnificando.
Internet può essere usato come un gioco, come uno strumento di lavoro, come una comodità o come un semplice passatempo. In ogni caso penso non ci siano dubbi su quanto sia una realtà che sta contribuendo di molto a migliorare la qualità non solo della vita, ma pure e soprattutto dei rapporti sociali tra tutte le persone di questo pianeta.
E se questo non è costruire pace…

Il Teatro degli Orrori - A Sangue Freddo

Ne ho parlato sull'Album Bianco.

Comunicazione di servizio

Quando si dice “le coincidenze”.
Ho iniziato a collaborare ad un blog a tema musicale e negli stessi giorni ho ricevuto pareri su quanto i miei post di questa natura siano soprassedibili da chi non è interessato a sbattersi per la scoperta di musica diversa dal solito.
Finché dura (e le premesse sono buone), trasferirò di là questo genere di post, non mancando comunque di segnalarli di qua, ottenendo così nientemeno che un triplice risultato: evito lo skip di chi non ha voglia di leggere su ciò che sconosce, alimento il blog di là, che altrimenti non saprei cosa scriverci e ne faccio un po’ di pubblicità su queste pagine.