3 dicembre 2008

Non sembra, ma son vivo

Sto trascurando il blog. E mi spiace, più che altro perché è una cosa che nel suo piccolo mi da soddisfazione, e che, moderno ed adulto tamagotchi dovrebbe essere nutrito e curato frequentemente per non morire. E più passa il tempo e più mi dispiace di non scrivere, e più mi dispiace e più cresce la sindrome da pagina bianca...
Quindi mi metto di impegno e parlo un po' delle cose che mi succedono in questi giorni, ovviamente riferendomi alle mie esplorazioni musicali e letterarie, che dei fatti miei propriamente detti non credo ci si possa interessare più di tanto.

Ho letto Mattatoio N.5.
Bello.
Cioè carino.
Insomma, mi ha un po' deluso. È piuttosto universalmente acclamato come un capolavoro, ma io non sono riuscito ad entusiasmarmi. Dovrebbe essere un intenso pamphlet anti-guerra, e per certi versi lo è, nel descriverla in maniera grottesca e assurda attraverso gli occhi di un particolarissimo miserabile. Ma nel complesso la trama si rivela a volte troppo semplicistica, troppo superficiale rispetto ai temi smodatamente impegnativi che mi aspettavo che avrebbe trattato. Opinione del tutto personale eh, che, ripeto, probabilmente è troppo viziata da aspettative sbagliate.

Ho ascoltato Dark Developments di Vic Cesnutt & Elf Power. Bello, questo sì.
Per me questo autore (Chesnutt) è una scoperta abbastanza recente, dei tempi del suo penultimo disco, North Star Deserter, un piccolo bellissimo capolavoro dell'anno scorso. Ora si riconferma alla grande, con toni appena un po' più classic-folk, ma ancora ricco di atmosfere moderne e mai banali.

Ho ascoltato The Camel's Back dei PSAPP. Anche questi sono una recente scoperta. Il primo album (The Only Thing I Ever Wanted) era molto vicino al concetto di "duo indie lui-lei, acustica ed elettronica, un po' toy orchestra sbarazzina, un po' piano-bar da festa" non proprio raro nei meandri alternativi. Con questo disco si dimostrano molto cresciuti, senza perdere del tutto la loro aria giocosa, si concedono colori più intensi e corposi, più deviazioni verso tematiche più serie, dal funky all'orchestrale. Bello e divertente.

Ho iniziato a leggere La Gang del Pensiero (di Tibor Fisher). Non so, non mi sta prendendo un granché benché ne abbia sentito dire dappertutto un gran bene. Sarà che per ora (ma sono ancora alle prime pagine) è un po' troppo sullo stile "simpatico intellettuale scalcinato" e io forse non ho più l'età per stupefarmi di fronte alla verve dei simpatici intellettuali scalcinati, ma per ora non decolliamo ancora.
Vedremo, ne dirò.

Così, tanto per fare sapere che sono vivo e vegeto.

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