20 novembre 2008

Le mie brucianti (ed effimere) passioni

Per un certo periodo ci furono gli scacchi. Mi appassionai, comprai libri, scacchiere elettroniche, software, scaricai tonnellate di documenti e lezioni da internet...
Poi ci fu la biologia: cercai libri, pubblicazioni, software...
Poi la musica: mi misi in testa di creare musica, al chiuso della mia cameretta (che in realtà erano le camere d'albergo della mia trasferta lavorativa a Milano), musica techno con il solo uso di pc. E pure lì scaricai software, samples, ritmi, e spesi pure un po' di soldi per altro software.
Poi ci fu la fase "programmatore": e via con software e manuali, libroni spessi e tecnicismi, per dire.
Poi la fase Hi-Fi: intenzionato a dotarmi di un apparato di riproduzione musicale ho iniziato ad informarmi su forum e newsgroup. Per un certo periodo (un mesetto, non di più) sono diventato esperto di amplificatori, cavi di potenza e dissipatori. Quello che mi ha frenato è che alla fine mi sono fermamente convinto che non potevo spendere meno di 2.000€, altrimenti avrei comprato una ciofeca che le mie orecchie (diventate sensibilissime a seguito di quelle letture...) non avrebbero potuto tollerare.
Analogamente, pochi mesi fa, mi è preso il pallino per la mountain bike. E anche stavolta la passione è diventata assoluta. Di nuovo: riviste, forum, blog, libri. E pure in questo caso mi sono fermato solo per la mia taccagneria: una bici da meno di 1.500€ non vale neanche la pena comprarla. E allora (per ora) ho lasciato il proposito nel cassetto.
Quindi la fotografia e la ripresa video. Lì mi sono poi limitato ad apparecchiature del tutto amatoriali e di consumo, che pur facendo inorridire qualsiasi purista che ho incontrato su certi forum, mi sanno dare le loro piccole soddisfazioni.
Ora l'ultima in ordine di tempo: la grammatica.
Tutte queste momentanee infatuazioni hanno più o meno la stessa origine casuale, proprio come un innamoramento. Un articolo di giornale, un film, un libro o (come nel caso di macchina fotografica) una semplice necessità familiare, fungono da innesco alla mia curiosità, che mi spinge a cercare informazioni sempre più autorevoli e a scovarne gli aspetti più affascinanti.
Tutto questo, tra l'altro, mi ha portato a emettere la seguente sentenza:
in tutte le attività umane c'è un numero sufficientemente elevato di persone intelligenti che vi si sono applicate, da renderle delle discipline assolutamente affascinanti e non banali
Ciò non toglie ovviamente che ad ogni disciplina vi si applichino un numero esorbitante di imbecilli, ma questo non invalida la mia affermazione di cui sopra.

Comunque, tutto questo discorso è per annunciare l'apertura di un nuovo riquadro qui a fianco in cui riporto la passione del momento.
Ad oggi sono alle prese con la grammatica, pensa un po'. Il tutto parte da un saggio che ho letto su un libro di cui non mancherò di parlare, quando lo finirò. In esso si tratta di questioni di linguistica, della disputa tra Prescrittivisti (coloro che dicono che i dizionari dovrebbero spiegare come si usa correttamente una lingua) e i Descrittivisti (quelli che invece pensano che un dizionario non dovrebbe fare altro che descrivere una lingua, accettandone anche le storpiature più marchiane, se queste sono diventate di uso comune).
Tale amena questione mi ha portato al desiderio di riprendere in mano una grammatica e andarmi a ristudiare le regole e i meccanismi della nostra lingua.
Una passione un po' così, insomma. Ma questo sono io, prendere o lasciare.

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