Ci sono delle certezze, per fortuna. Dei punti fermi sui quali potresti anche azzardare una piccola scommessa. Come quella costituita dall’acquisto di un CD.
E Paolo Conte è una certezza[1].
È un classico che affonda le sue radici in epoche per me talmente lontane che è come se ci fosse da sempre, come il profilo delle montagne che circondano il suo (e mio) Piemonte.
Alcuni dettagli mutano, ovviamente, come il suono della sua voce, sempre più roca e meno estesa, ma la forza evocativa dei versi che canta è sempre potente come ai tempi di Bartali e del Gelato al Limon.
E le musiche, le musiche…
Sono sempre melodie tutto sommato semplici, ma sempre abbastanza eleganti e piacevoli da scansare con savoir-faire il rischio della banalità. Gli arrangiamenti sono spesso bastardi, mischiano stili e influenze che vanno dai bistrot francesi alle feste balcaniche, sempre con il pianoforte del padrone di casa a fare da centro per ogni melodia. I temi dei testi non si discostano molto dalle preferenze dell’avvocato: poesie ermetiche o evocazioni in bianco e nero, sempre abbastanza suggestivi da lasciare spazio alle interpretazioni più libere di chi li ascolta.
Non che non ci siano degli episodi meno felici, qualche canzone sembra non aver trovato il giusto abbrivio per decollare come le altre, ma quando a quasi settantadue anni si pubblica ancora un disco, e questo disco contiene 15 canzoni, qualche piccola scivolata la si può tranquillamente perdonare.
A proposito di scivolate: questa mattina il CD girava nel lettore della mia auto mentre scendevo verso la città sotto la neve. C’era pure un po’ di nebbia, le condizioni stradali imponevano una marcia a passo d’uomo, la neve decorava meravigliosamente gli alberi ai lati della strada e la sua voce mi scaldava il cuore.
Alla fine sono giunto al lavoro abbastanza regolarmente, ma se per caso fossi stato costretto a fermarmi lì, beh, poco male. L’atmosfera era davvero perfetta.
[1] Un po’ esagero, ovviamente. Per esempio lo scorso album, Elegia, non mi è piaciuto molto. Ma comunque non mi sono pentito di averlo comprato.
10 dicembre 2008
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