24 gennaio 2008

Trabant - Music 4 losers

Innanzitutto una premessa: stiamo parlando di roba pei ggiovani. Il genere mi pare che si chiami indie-pop-rock o qualcosa del genere ed è uno di quei prodotti da ritmi tesi, ritornelli killer, riff elettrici e taglienti, quella musica da pogo spaccaossa sotto il palco per intenderci, tipo (e qui di paragoni se ne trovano a bizzeffe, tanto è nutrita la schiera degli esponenti di questo genere) Blok Party, Rapture, Babyshambles, The Rakes, Arctic Monkeys e così via. Se conoscete anche uno solo di questi gruppi, avete capito il genere.
Però loro lo fanno dannatamente bene, senza trascurare qualche deviazione verso l’elettronica, sostenuti da un uso intelligente e trascinante della collaudata formula voce-chitarra- tastiere- basso-batteria. E poi sono di Trieste. Nonostante l’anglofonia dei testi e dello stile, sono un gruppo nostrano, che quindi rimarrà per sempre relegato all’ambito nazionale. Dico questo con una punta di irritazione campanilistica, dato che la musica di questo CD è assolutamente al livello, se non superiore, dei pompatissimi analoghi gruppi provenienti principalmente da Gran Bretagna e dintorni.
Fanno musica per giovani, dicevo, e per pure ragioni anagrafiche questo raffredda un po’ il mio entusiasmo, ma ritengo che sia un mio problema: in realtà ‘sti 4 triestini spaccano di brutto (!) e il loro album è davvero ben fatto, trascinante, energetico, senza cadute di ritmo e sufficientemente vario da non ricalcare sempre i clichè del genere. E se poi dovessero capitare dalle vostre parti non lasciateveli scappare. E mi raccomando: preparatevi al gran pogo.

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