Però loro lo fanno dannatamente bene, senza trascurare qualche deviazione verso l’elettronica, sostenuti da un uso intelligente e trascinante della collaudata formula voce-chitarra- tastiere- basso-batteria. E poi sono di Trieste. Nonostante l’anglofonia dei testi e dello stile, sono un gruppo nostrano, che quindi rimarrà per sempre relegato all’ambito nazionale. Dico questo con una punta di irritazione campanilistica, dato che la musica di questo CD è assolutamente al livello, se non superiore, dei pompatissimi analoghi gruppi provenienti principalmente da Gran Bretagna e dintorni.
Fanno musica per giovani, dicevo, e per pure ragioni anagrafiche questo raffredda un po’ il mio entusiasmo, ma ritengo che sia un mio problema: in realtà ‘sti 4 triestini spaccano di brutto (!) e il loro album è davvero ben fatto, trascinante, energetico, senza cadute di ritmo e sufficientemente vario da non ricalcare sempre i clichè del genere. E se poi dovessero capitare dalle vostre parti non lasciateveli scappare. E mi raccomando: preparatevi al gran pogo.
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