21 novembre 2007

M.I.A. - Kala

Di cognome fa Arulpragasam, di nome Mathangi, Maya per gli amici. Come nome d’arte (o di battaglia) ha scelto M.I.A., che significa Missing In Action, disperso in azione, che è il codice con cui venivano designati i soldati U.S.A. non più tornati dalle guerre nel sud-est asiatico. E nonostante le apparenze, colorate e festose, l’animo di M.I.A. è decisamente combattivo.
Il territorio, a volerlo delimitare grossolanamente, è quello della dance, ma la sostanza è molto, molto profonda. Anzi, “profonda” non è la parola migliore: “vasta” è più corretto. La ragazza ha infatti origini cingalesi, ma è cresciuta musicalmente a Londra, dove, pur assimilando la cultura club più di tendenza del mondo, ha conservato un’attenzione intensa per il cosiddetto sud del pianeta, sia per quanto riguarda i suoni che per i testi, e così va a finire che la sua musica riesca ad abbracciare la vastità del mondo ben oltre i sempre più angusti confini del nostro “occidente”.
Però non si pensi ad un esempio classico di world music, anzi: questa è roba che se la ascoltate a volume alto in macchina rischiate di fare la figura del tamarro da unza-unza. Il fatto è che se gli prestate orecchio con appena un po’ di attenzione, vi accorgete che i suoni sono sofisticatissimi e stratificati e che molti di essi evocano paesi esotici, paesi poveri, paesi sfruttati e pure “stati canaglia”.
E poi i testi, cantati con il piglio gioioso della disco music, celano testi che sono vere mazzate, roba da svuotare le piste a suon di sensi di colpa, altrochè:

When you go Rwanda Congo
Take me on ya genocide tour
Take me on a truck to
Darfur
Take me where you would go

Oppure

I'm knocking on the doors of ya hummer hummer
Yeah we hungry like the wolves huntin dinner dinner
And we moving with the packs like hyena yena
Barbarella looks like she my dead ringer
When I'm dogging on the bonner of ya red Honda

Insomma, questa è la strategia di Miss M.I.A.: gridare al mondo le sue peggiori nefandezze utilizzando uno stile accattivante, gradevole alle masse, perché è alle masse che deve arrivare il messaggio ed è controproducente fare i ricercati o i sofisticati. Però M.I.A. sofisticata lo è, eccome, e allora scopri che quello stile all’apparenza trito nasconde un tesoro di generi, stili, suoni e influenze da fare invidia ai più paludati chansonnier.
E infine l’ultimo dettaglio (si fa per dire): la ragazza è pure bellissima, e questo non fa altro che aumentare il fascino accattivante della sua proposta. Per questo motivo, per avere una sua immagine nel mio blog, ripeto lo schema di mettere su la copertina del CD in oggetto e qui sotto la foto dell’artista.
Voilà:

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