30 settembre 2009

Tre anni

Nove anni fa, quando è iniziata questa orribile storia, avevo nella radio in macchina l'album omonimo di Max Gazzè.
Non avevo nessuna voglia di selezionare altra musica e non avevo nessuna voglia di ascoltare il silenzio, per cui lasciavo girare l'album di continuo durante quegli angoscianti andirivieni verso le Molinette.
Una canzone in particolare aveva la forza di una coltellata nel petto.
L'ho appena riascoltata. Il dolore è sempre lo stesso.
pensa se domani quando sarai sveglio
nessuno ti dirà quello che devi fare
pensa ancora a come inizieresti meglio
ad organizzare il tuo giorno
intorno duemila soldati
in abito blu

forse riusciresti ad ammucchiare il tempo
nel buco che lascia il loro sguardo vuoto
e ti diranno sbrigati sei troppo lento

ma non devi muovere un dito
fin quando non l'avrà deciso
la tua volontà

pensa se di colpo tutte le paure
finissero a terra come fanno le mele
qualcuno le ha spinte o le ha lasciate cadere

oppure è soltanto che tu
intanto avrai maturato
la tua realtà

tu dormi
dormi quanto vuoi...

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