Qualche giorno fa è stata scritta una cosa che avrei voluto essere capace di scrivere io. Mi sembra intelligente e dolente, per cui la riporto per intero:
Il no(n)bel Belpietro
Non mi è mai piaciuto il fare tribunizio di Michele Santoro, condito spesso da una faziosità ormai fine a sé stessa: un ruolo interpretato ad arte perché il telegiornalista ex-epurato dalla Rai "è quella cosa lì". Riconoscibile e svettante proprio perché fazioso, Santoro non è più un semplice giornalista, ormai è un brand, che ha tuttavia il pregio di scegliere spesso ospiti interessanti, che non frequentano molto il tubo catodico.
Tra gli ospiti della puntata di ieri della trasmissione Annozero c'erano il direttore di Panorama Maurizio Belpietro e il fisico Carlo Rubbia. Con un intervento mirato ed estremamente chiaro, Rubbia ha spiegato perché il nuovo piano energetico per l'Italia non potrà essere basato solo sul nucleare, tecnologia ormai sicura, ma talmente costosa da vanificare il reale risparmio ottenuto non comprando più energia dall'estero.
Belpietro, l'uomo che sta al giornalismo come Biscardi all'Accademia della Crusca, ha ferocemente contestato le osservazioni di Rubbia, sparando dati e cifre apparentemente a caso. Infatti, nel giro di cinque minuti, il fisico ha puntualmente smontato l'inconsistente invettiva di Belpietro, il quale naturalmente continuava a sostenere di avere ragione.
Mentre osservavo allibito la scena, un pensiero mi ha crivellato il cervello: ti accorgi che la fine del mondo è vicina quando un tizio travestito da giornalista, che non sa nemmeno cosa sia un neutrone, pretende a tutti i costi di saperne di più di un premio Nobel per la fisica. Fossi un atomo di Belpietro avrei già iniziato un'intensa fissione...
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