2 ottobre 2007

Scacco alle case discografiche

Questa è davvero una gran trovata, niente da dire. Tra i fan (e non) c’è molta attesa per il nuovo album dei Radiohead, previsto per quest’autunno.
I 5 ragazzi di Oxford fino ad oggi (compreso) sono sempre stati piuttosto in gamba a creare suspense intorno alle loro uscite. Segreti, voci di corridoio, file mp3 che giravano in rete chissà come, impressioni dai concerti… Tutti ingredienti abbastanza diffusi, pure con le uscite di Eros Ramazzotti, per dire.
Questa volta però hanno fatto una mossa in più: il loro album non uscirà nei negozi, o almeno non lo farà fino al 3 dicembre. In compenso, a partire dal 10 ottobre sarà reso disponibile in formato digitale su questo sito al costo di… OFFERTA LIBERA!
Proprio così, si va sul sito, si sceglie la versione download dell’album, ci si registra e si paga (con carta di credito) l’importo che si vuole (it’s up to you!, sta a te, dice il sito). Intorno al 10 ottobre si dovrebbe ricevere una mail con codice di attivazione e istruzioni per il download.
In alternativa si può scegliere la versione Discbox dell’album che consiste in una scatola contenente il CD vero e proprio, 2 versioni in vinile heavyweight dello stesso, un altro CD con altre canzoni inedite foto digitali e artworks, più un libro con testi e foto. Il tutto alla cifra di 40 sterline. Questo se ho ben capito dovrebbe essere pure ciò che si troverà nei negozi a partire dal 3 dicembre.

In pratica i Radiohead, che hanno concluso il loro contratto con la Capitol (EMI) nel 2003, hanno deciso di farne proprio a meno, di una casa discografica. Ciò significa che ogni singolo centesimo che verrà pagato in questo modo, andrà a finire completamente nelle loro tasche, senza essere sfrondato da produttori, distributori, negozianti, trasportatori, nani e ballerine. Non so quanto sia normalmente il prezzo intascato normalmente dal gruppo per ogni CD venduto, ma sarei pronto a scommettere che sia inferiore a quello che verrà pagato mediamente per ogni download.
E poi c’è la questione del Discbox: se proprio ci tieni all’oggetto fisico, puoi averlo assieme a tutta una serie di gadgets che non c’è filesharing che tenga, il vinile non viaggia via p2p. Per conto mio potevano anche produrre una versione “solo CD nel solito formato” a un prezzo più ragionevole, io avrei scelto quella. Ma secondo me prima o poi spunterà anche lei nei negozi.

Ma la cosa fondamentale rimane per me l’offerta libera. Quanto vale un pacchetto di file mp3 (presumo, il formato non è specificato)? iTunes e company dicono 10$ o 10 euro. Secondo me sono eccessivi, considerando che per quella cifra spesso trovi il CD su Amazon, ma a giudicare dalla quantità di file che vendono, per molta gente sono ragionevoli. Io, colto da meraviglia per l’iniziativa, ho pagato 2 sterline (3 euri) e in cambio per ora ho ricevuto una mail. Molti dicono di avere pagato tra i 5 e i 10 dollari. Ognuno di noi alla fine è contento, pensa di avere pagato il giusto, prova ammirazione per una band che non fa la sostenuta (nonostante ne abbia a parer mio i meriti) dicendo “volete ascoltare la nostra musica? Bene, pagate 20 euro o niente”, magari inventandosi pure diavolerie tipo DRM, lucchetti digitali, sistemi anticopia che fanno solo incazzare chi ha speso in buona fede i propri soldi senza di fatto fermare minimamente il filesharing.
Si creano un alone di onestà, di correttezza, dando fiducia agli ascoltatori (non ho provato, ma forse si può anche pagare un centesimo: poco male comunque, quel centesimo sarebbe profitto netto per i Radiohead).

Dopo Prince che distribuisce il proprio ultimo album con i quotidiani, ora ci si mettono pure loro a dare spallate agli aspetti più vetusti del mondo della musica. In alto i calici!

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