30 novembre 2009

A. Baricco - Omero, Iliade

Ignoranti di tutto il mondo unitevi uniamoci.
C'è in giro quest'opera, che è stata scritta quasi tremila anni fa e che tutti quelli che ne sanno dicono essere meravigliosa. Bene o male l'abbiamo pure studiata tutti tra medie e superiori, qualche brano l'abbiamo pure mandato a memoria (Cantamiodivadelpelideachille...), ma a leggerla come si legge un libro qualsiasi, vorrei proprio vedere quanti sono stati.
Tanti, senza dubbio. E questi hanno probabilmente scelto l'approccio più corretto, meglio ancora se lo hanno fatto in lingua originale, che si sa, le traduzioni sono sempre delle violenze inaccettabili. E pure andando a cercare la versione giusta, perché nel frattempo, tra quella originale (se mai ce n'è stata una) e quella che ci arriva oggi, ci sono probabilmente delle incongruenze intollerabili.
E via filologicamente discorrendo...
Ma, madonna!
Ad affrontare un opera del genere con questo piglio, ci vanno le spalle belle larghe. E capacità. E tempo. E fatica. E costanza...
Insomma, alla fine, quelli che hanno affrontato questa impresa sono tanti, ma non tantissimi.
Io per esempio non ne conosco nessuno.
E tutto sommato è un peccato, perché quella raccontata nell'Iliade è una storia che andrebbe proprio letta.
Io l'ho fatto in questa versione qua. Baricco, che non è proprio famoso per la sua simpatia, ha sfidato le prevedibilissime ire dei filologi andando a trascrivere l'Iliade in prosa moderna e associando il proprio nome non solo a quello di Omero, ma pure a quello dei celebri traduttori canonici (su tutti il Monti quello del Cantamiodiva...) attirando su di sé critiche ed obiezioni a non finire.
Per quanto mi riguarda, che non son nessuno e il mio parere vale zero dato che non posso fare alcun paragone con l'opera completa, sia in originale che tradotta, l'operazione è encomiabile.
Va detto che l'intento iniziale, dichiarato nell'introduzione, è quelo di farne una versione teatrale, in cui vari attori dovrebbero, impersonandone alcuni protagonisti, raccontare l'Iliade.
Giocoforza che, volendo rimanere in tempi ragionevoli, l'opera è notevolmente ridotta rispetto all'originale, ma a quel che dice lo stesso Baricco, sono stati sfrondati i rami meno essenziali, quelli che, per carità, saranno pure meravigliosi, ma la cui eliminazione non dovrebbe togliere molto alla comprensione della vicenda.
Poi ne ha fatto un adattamento moderno, adattando la lingua ad una prosa contemporanea, eliminando gli interventi delle litigiose divinità greche nelle umane vicende e qua e là ha inserito alcune aggiunte che a suo dire chiarirebbero alcuni passaggi essenziali.
Ripeto: io non ho assolutamente strumenti per capire se l'intervento di Baricco sia corretto o legittimo, se abbia violentato l'opera o se ne abbia fatto una trascrizione tutto sommato fedele.
So solo che io l'ho trovata avvincente e profonda, bella da leggere e interessante nelle sue implicazioni.
Tutto sommato credo di avere, almeno parzialmente, colmato una lacuna che adesso so essere veramente spiacevole. Per usare qualche parolone, ora concordo con chi ha sempre reputato anche solo le vicende narrate nell'Iliade, un patrimonio culturale da cui nessuno dovrebbe essere tenuto all'oscuro.
Quindi, se non siete tanto snob da disdegnare questi sacrileghi interventi, ve lo consiglio. La lettura alla fine è agile e rapida, ma il suo valore è davvero altissimo.
Merito di Omero eh, più che di Baricco, anche se pure a lui a questo punto non sarebbe corretto non riconoscere dei buoni meriti.

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