3 marzo 2009

Junot Diaz - La breve favolosa vita di Oscar Wao

Erano parecchi anni che non leggevo un romanzo di origine sudamericano-caraibica. Ogni volta che mi avvicinavo ad uno di essi, sapevo e temevo che avrei trovato dosi massiccie di:
saga familiare
magia
sensualità.
Non che non mi piacciano questi ingredienti, sia da soli che nello stesso romanzo, però è un po' come le saporite spezie di quelle regioni: pur essendo buone possono venire a noia e ti passa la voglia di mangiarne, o meglio, disponendo di alternative, finisci col non sceglierle più. E grossomodo è quello che mi era capitato con la letteratura di laggiù.
Poi, dopo avere letto La Strada, che aveva vinto il premio Pulitzer nel 2007, sono andato a vedere chi lo avesse vinto nel 2008, e ho trovato Oscar Wao.
Rispetto agli ingredienti di cui sopra, questo romanzo non si distingue particolarmente, saga familiare e sensualità sono al centro di tutta la narrazione, mentre per fortuna di magia ce n'è davvero poca (fortuna mia, intendo, dato che un intervento tipo deus ex machina di qualche fatto soprannaturale potrebbe essere capace di farmi gettare un libro nel camino senza esitazioni).
Gli ingredienti inusuali sono invece innanzitutto il fatto che buona parte del libro si svogle nel New Jersey, poi una narrazione spumeggiante e spesso sboccacciata e un continuo riferimento in stile nerd alla letteratura fantasy e fantascientifica.
Il protagonista, Oscar Wao, affetto da un'obesità intollerabile, è infatti un autentico nerd amante di questi generi, e pure la voce narrante (che poi risulta essere un suo per così dire amico, nonché saltuario fidanzato della sorella) deve conoscerli parecchi, dato l'uso frequentissimo che ne fa durante tutto il romanzo.
Oscar quindi trascorre la sua esistenza tra il piacere della scrittura, l'ambizione di diventare un grande scrittore di fantascienza (Wao è la storpiatura di Wilde, nomigliolo che gli viene affibbiato proprio per il suo amore per la scrittura) e la disperazione per la sua verginità senza rimedio. Quest'ultima situazione è particolarmente aggravata dal fatto di essere originario di Santo Domingo, isola i cui abitanti si fanno gran vanto di essere formidabili scopatori. Com'è possibile dunque che proprio lui, con quel sangue che gli scorre nelle vene, non sia in grado di avere alcun rapporto decente con una femmina qualsiasi?
Il romanzo poi divaga spesso e volentieri sulla storia recente di Santo Domingo, storia su cui incombe costantemente l'ombra del terribile dittatore Trujillo e di tutte le sue inenarrabili malefatte, le cui vicende si intrecciano violentemente più volte con la famiglia di Oscar.

Non credo che questo libro mi abbia fatto riaccendere il fuoco per la letteratura latino-americana, ma di certo mi ha permesso di rigustarne i sapori e le atmosfere in modo divertente. È un bel libro, molto moderno nello stile narrativo ma senza perdersi troppo in certi sperimentalismi da romanzo contemporaneo.
Unica osservazione: se non siete amanti dei generi fantasy&fantascienza (come non lo sono io) e se non siete dei buoni conoscitori dello spagnolo (come non lo sono io), la lettura potrebbe essere un po' pesante. A fondo libro ci sono però due vocabolari che risultano utili per districarsi nelle continue citazioni e riferimenti. Questo sistema è però un po' pesante, non mi piace particolarmente dovere continuamente saltare alle ultime pagine del libro per capire quello che sto leggendo. Il fatto è che le note a piè pagina sono già utilizzate per dare i riferimenti storici e biografici ai momenti narrativi.

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