23 marzo 2009

Pocket Rugby

Lorenzo gioca a rugby.
La notizia, in sé irrilevante, ha dell'eclatante fondamentalmente per due ragioni.
La prima la coglie al volo chiunque conosca Lorenzo. Chi non lo conosce sappia che il mio primogenito settenne ha sicuramente una predisposizione per gli sport e per l'attività fisica, ma questa predisposizione è per lo più orientata verso il fondo, la corsa, i salti, la ginnastica, non certo per un'attività "pesante" come il rugby. In altre parole: neanche 25 kg, distribuiti tra pelle, ossa e qualche muscoletto agile. Nient'altro.
E poi perché nella calciofila Italia, non pensavo neanche fosse possibile fare qualche partitella, figuriamoci trovare strutture, squadre e allenatori, soprattuto dalle nostre parti, che nel nord-est pare vada un po' meglio.
Comunque, succede che un certo Glauco, omone grande e grosso con tanto di barbone e capelli lunghi, dirigente della Moncalieri Rugby, abbia scelto la scuola di Lorenzo per selezionare il suo vivaio di giovani speranze, e che quindi, in orario scolastico (doveroso plauso alle compiacenti maestre) svolga qualche allenamento che finalmente in questo periodo si è concretizzato nei primi veri e propri incontri: le partite!
Così domenica mattina ci siamo recati a questo campetto in provincia dove ci era stato detto di trovarci.
Ripeto, forse sono troppo convinto della natura calcio-centrica dell'italia, ma vedere quanta gente c'era che girava tra spogliatoi, campi e strutture annesse mi ha davvero piacevolmente sorpreso. Bambini e ragazzini di tutte le età vestiti fondamentalmente come calciatori, a parte qualche caschetto e paradenti, che, buffi e appassionati come sono i bambini, si passavano quei palloni enormi (non penso sia la misura regolamentare, ma sono comunque molto grandi per le loro braccia) e provavano ad ingaggiare sfide di spinta ("facciamo a spingerci?") a mo' di riscaldamento.
Poi sono iniziate le partite. I due campi erano divisi in zone di dimensioni adatte all'età dei giocatori, per cui contemporaneamente se ne svolgevano 4. La vista di insieme era uno spettacolo: zuffe movimentatissime di bambini urlanti, incitati dagli allenatori (in campo per i più piccoli) a loro volta urlanti e con i genitori a bordo campo che davano il loro contributo al fracasso generale.
Per la cronaca le sfide della squadra di Lorenzo si sono risolte piuttosto bene per loro (3 vittorie su 4) con gran divertimento di tutti, diverse botte e perfino qualche accenno di gioco vero in quella che era generalemente un accapigliarsi disordinatamente intorno alla palla. In pratica le loro partite sono una sorta di rugby semplificato: niente mischie, ogni azione riprende da un ingaggio in cui le squadre si trovano una di fronte all'altra a distanza di un paio di metri, fischio dell'arbitro e via con la rissa verso la meta...
E infine, cosa più importante di tutte, ho visto quei bambini, tutti, ricevere lezioni inculcate piuttosto duramente:
  • lo sport è divertente, ma faticoso (ma divertente, ma faticoso,...)
  • non rispettare le regole è pericoloso per sé e per gli altri
  • il gioco di squadra è praticamente obbligatorio ("quelli non sono forti: non passano mai" ho sentito dire negli spogliatoi)
  • gli arbitri hanno sempre ragione e non si discute mai, anche quando non si capisce perché hanno fischiato (perchè anche a livello giovanile vale il discorso che le regole del rugby sono maledettamente complicate. Questa, per dire, è una versione sintetica)
  • il coraggio è una cosa molto importante, sicuramente utile
  • a fine partita gli avversari non sono più tali, ma compagni di sport (l'idea del terzo tempo la si cerca di inculcare fin dagli inizi, anche se effettivamente mi rendo conto che sia difficile "fare amico" il tizio che ti ha quasi fracassato tre minuti fa).
Qui sotto tre delle fotografie scattate dall'entusiasta papà durante gli eventi:

Lorenzo (senza divisa nera per un disguido tecnico) tenta una fuga verso la meta. Il suo impeto verrà violentemente arrestato pochi metri dopo.

Grande meta della Moncalieri Rugby (il pallone è tra le braccia del giocatore in maglia nera, invano trattenuto da due avversari)

Furiosa maul a centro campo

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