Se sento la parola “tortura”, subito mi vengono in mente le pratiche care alla Santa Inquisizione, raffigurate in stampe che per nostra fortuna non sono mai sufficientemente realistiche da rendere completamente l’idea .
Poi mi vengono in mente le immagini di “Fuga di mezzanotte” in cui Billy, prigioniero in un carcere turco, viene percosso a bastonate sulla pianta dei piedi nudi. Poi mi vengono in mente i racconti delle vittime delle dittature sudamericane.
Ci metto un po’ ad arrivare a pensare al cosiddetto Occidente, a casa nostra, ma poi purtroppo, le immagini affiorano, si chiamano Bolzaneto, Guantanamo, Abu Grahib...
Ora Amnesty International lancia, unsubscribe-me, una campagna che mira a chiedere (io direi che si dovrebbe pretendere) la cessazione da parte del governo degli Stati Uniti (e ovviamente di qualsiasi paese che avesse la bella idea di imitarlo) dell'utilizzo di metodi di interrogatorio come il waterboarding, ovvero una tecnica che consiste nell'immobilizzare un individuo e versare acqua sulla sua faccia per simulare l'annegamento, cosa che produce il riflesso faringeo, facendo credere al soggetto che la morte sia imminente, benché non causi danni fisici permanenti.
Altra tecnica è il Waiting for the guards in cui si costringe il prigioniero a rimanere per ore in una posizione scomodissima, bendato e con le mani legate. Totalmente inerme, trascorre tutto questo tempo sotto la minaccia di una percossa, una bastonata, un calcio, un pugno che potrebbe arrivare subito, oppure dopo un’ora, o dopo 5 ore, o fra due secondi…
Questi sistemi vengono utilizzati senza rimorsi dalla “più grande democrazia del mondo”, nella sua lotta contro il terrorismo.
Cito direttamente dal sito dell'iniziativa, dove potete trovare tutte le informazioni a riguardo: President Bush says waterboarding is an acceptable 'enhanced interrogation technique'. We say it's torture.
Qui sotto, uno dei video prodotti da Amnesty per mostrarci come funzionano queste tecniche.
1 commenti:
Well for me its better to be more realistic.
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