Ho appena finito di leggere il libro qui a fianco. Si tratta de "L'illusione di Dio", l'ultimo libro pubblicato in Italia da Richard Dawkins.
Dawkins è un biologo inglese che è considerato uno dei maggiori scienziati darwinisti del mondo (e forse, dopo la morte di Stephen Jay Gould, il maggiore) e che ha sempre fatto un'encomiabile opera di divulgazione scrivendo libri interessantissimi che forniscono una descrizione molto approfondita, sebbene comprensibile anche ai non addetti ai lavori, della teoria dell'evoluzione.
Questa sua posizione l'ha messo quindi in aperto contrasto con quelle frange religiose che, bibbia alla mano, sostengono la teoria del creazionismo, cioè l'ipotesi secondo cui la terra è stata creata in sette giorni, popolata in un giorno di tutte le specie che possiamo vedere oggi (e che quindi non hanno subito evoluzione alcuna, ma sono state concepite proprio così), ha qualche migliaio di anni di vita e così via.
L'essere coinvolto (direi suo malgrado) in questo tipo di dibattito, ha fatto di Dawkins una specie di paladino della laicità, o meglio, proprio dell'ateismo.
In questo libro lo scienziato abbandona quindi (temporaneamente credo) il suo ruolo di scienziato per affrontare il tema dell'esistenza di Dio, della religione, della fede, dell'etica e di tutte le tematiche correlate all'esperienza religiosa in senso lato.
La sua posizione, è quasi inutile dirlo, è quella di negazione totale dell'esistenza del trascendente in generale e di un Dio personale in particolare. Nello snodarsi dell'esposizione, Dawkins sostiene il diritto della scienza a dire la propria sull'esistenza di Dio, magari non arrivando a negarla con certezza, ma almeno a giudicarla ipotesi altamente improbabile. Tanto improbabile quanto una teiera in porcellana in orbita intorno al sole tra la Terra e Marte: magari è difficile o impossibile dimostrarne l'inesistenza, ma altrettanto difficile sostenerne la veridicità (l'idea della teiera orbitante è di Bertrand Russell, più volte citato nel libro).
Gli argomenti toccati sono poi molti altri e tutti di portata sicuramente notevole, quali l'educazione dei bambini, le origini socio-biologiche della religione, l'etica, la morale descritta nella Bibbia, la deriva del fondamentalismo e via dicendo.
E' interessante poi, soprattutto per noi italiani, leggere dell'opinione che ha, da ateo più vicino al protestantesimo che alla Chiesa di Roma, di certi rituali o consuetudini cattoliche, quali, su tutte, i processi di santificazione, i miracoli e il politeismo (trinità, Madonna, santi, angeli, cherubini...) che di fatto impregnano la cultura religiosa dalle nostre parti.
E' un libro intelligente, inoppugnabile (per me) nelle premesse e (oggettivamente) nelle conclusioni, che non si preoccupa di nascondersi dietro l'immotivato rispetto che sarebbe da attribuire alle fedi religiose e alla sensibilità dei credenti, ma espone in maniera pacata e coerente la posizione di chi credente non è, ed è fiero di esserlo.
Ogni tanto capita che io venga a trovarmi coinvolto in discussioni che riguardano la mia risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto. Beh, d'ora in poi potrò dire, anche a chi non mi è abbastanza vicino da affrontare certi discorsi con me dopo cena, che con ottima approssimazione, la mia visione delle cose coincide con quanto potete trovare in queste pagine.
5 dicembre 2007
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