7 settembre 2007

Spari nel mucchio

Immaginiamo questa scena:
un docente si trova alle prese con una platea molto vasta e piuttosto indisciplinata. Riconosciuta la sua incapacità ad ottenere silenzio ed attenzione, estrae dal cassetto una pistola, la solleva in alto e dichiara all’uditorio finalmente ammutolito:
-Se continuate a fare questo baccano, farò fuoco verso uno qualsiasi dei casinisti. Solo uno, con tutti gli altri non adotterò alcun provvedimento.

Naturalmente si può scommettere che in un caso del genere il simpatico docente riuscirebbe ad ottenere il silenzio e l’attenzione desiderata, oltre ovviamente a successive grane e magari un bel ricovero in adeguata struttura. Ma voglio sottolineare tre punti di questa favoletta:

- l’incapacità a fare rispettare una semplice regola di convivenza
- la sproporzione della pena
- la sua casualità nell’applicazione

A me questa storiella ricorda molto una comune prassi adottata dalle nostre parti: quella di non essere in grado di fare rispettare norme che già esistono, quindi, giunti per vari motivi ad esasperazione (in genere a causa di fatti di cronaca e di relativa indignazione popolare), inasprire enormemente le pene e infine continuare ad effettuare controlli di fatto rarissimi, che castigano in maniera sproporzionata chi viene estratto dalla lotteria della sfiga. Colpirne uno per educarne un milione, insomma.

Mi sto riferendo in particolare alle nuove disposizioni relative alla guida in stato di ebbrezza. Di controlli ne fanno pochissimi, ma se ti beccano dopo una birra, ti rovinano l’esistenza.

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