14 settembre 2007

Travolto da un insolito film

L’altra sera mi sono rivisto Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, film che avevo scioccamente inserito nella categoria mentale Trash italiano anni ’70, e mi sono accorto di avere sbagliato, ma veramente di tanto. Ho scoperto che invece si tratta di un gran film sul rapporto tra uomo e donna, tra proletariato e borghesia, tra maschilismo e femminismo (no, femminismo non è la parola giusta, lei si sente emancipata, ma in modo borghese, borioso, quell’emancipazione che deriva non dalla consapevolezza, pretesa e conquista di un uguaglianza, quanto da un’intrinseca superiorità che le danno il denaro e il potere).
E tutto sommato questo film rispecchia una società che non c’è più, una società divisa in classi. Attenzione, non sono le classi a non esserci più, eccome, ma l’accento che viene posto in questo film cade sulla divisione, sulla contrapposizione che si attua tra gli appartenenti ad esse e, cosa più importante di tutte, sulla consapevolezza di tutto ciò. Oggi sembra che questa tensione non esista più e ce ne si potrebbe pure rallegrare se questo fosse dovuto ad una sorta di pax sociale conquistata con cognizione, attivamente, invece che grazie all’ottundimento e all’illusione causata da falsi status symbol e da forme di oppio dei popoli sempre più raffinate.

Ma torniamo al film: i due protagonisti, Gennarino Carunchio (Giancarlo Giannini) e Raffella Pavone Lanzetti (Mariangela Melato), soprattutto all’inizio interpretano i rispettivi ruoli di borghese e proletario in maniera caricaturale, quasi da macchietta. Ma nel prosieguo del film acquistano via via spessore umano e passano dalla pura commedia a un ruolo drammatico senza mai cadere nel patetico, anzi, concedendo di tanto in tanto pur sempre la grassa risata che ora capisco avermi erroneamente fatto categorizzare male questo film.
Quando un'opera si incentra così strettamente su due soli personaggi, è poi fondamentale, per evitare di cadere nel banale, che questi siano dotati di tutte le sfaccettature di cui l’animo umano è naturalmente dotato, e si può dire che in questo caso l’operazione sia egregiamente eseguita. È appassionante l’evoluzione di Gennarino da riottoso sottoposto, a servizievole compagno di sventura, a ribelle (Spartaco! lo apostrofa la signora Raffaella), a padrone, ad amante esigente, ad amante supplichevole e infine a rivoluzionario sconfitto e tradito.
E lei, degna compagna in questo paso doble, lo accompagna egregiamente interpretando ruoli e stati d’animo sempre complementari ai suoi.

Pare che questo film non sia mai stato pubblicato in DVD (diversamente dal recente remake con Madonna e il figlio di Giannini, che sicuramente non vedrò), quindi tocca vederlo al volo quando viene saltuariamente programmato. Ma se vi capita, guardatelo, ne vale la pena.

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