Sono andato a vederlo.
Dicevano tutti che fosse una cosa epocale, da non perdere, e che l’unico modo di goderlo in pieno fosse di andarlo a vedere in un cinema dove lo proiettassero in 3D.
E così ho fatto.
Che dire? Si conferma tutto quanto avevo già letto in giro: l’impatto è sconvolgente.
Davvero, è difficile spiegarlo, ma una cosa così non si era davvero mai vista. Quelli che una volta si chiamavano effetti speciali, trucco, fotografia, luci, adesso hanno un nome solo: grafica.
E la grafica di questo film è pazzesca.
Sempre: sia nelle scene ambientate nelle foreste di Pandora (il pianeta mira colonizzatrice dei terrestri), che negli interni (ipertecnoligici: il film è ambientato nel 2154), che negli esterni più ordinari, la definizione delle immagini è praticamente perfetta. Il 3D poi le da il tocco in più che contribuisce a conferire realismo alla scena, facendoti quasi letteralmente immergere nel film.
Quando le scene coinvolgono i Na’vi dovrebbe essere una sorta di animazione, un cartone animato insomma, ma non c’è niente, niente che dia l’impressione di essere disegnato, è tutto talmente convincente e realizzato nel minimo dettaglio da risultare perfettamente reale.
Poi c’è la trama, la storia e qui il discorso cambia decisamente: storiella di buoni contro cattivi delle più banali, straviste, anzi, senza neanche quei tentativi di sfumatura, di ambiguità che perfino nei filmoni d’azione holliwoodiani ormai si sentono in dovere di mettere. I buoni sono perfettamente buoni, i cattivi assolutamente cattivi, il pianeta è stupendo, i nativi vivono in un’armonia paradisiaca…
Insomma, un polpettone d’avventura e azione tagliato con l’accetta.
Ma ci sta, è comprensibile. L’investimento probabilmente è stato troppo alto perché si rischiasse un flop con una storia non ultra-collaudata. Il problema è che di cose così se ne sono viste davvero troppe e allora voglio proprio vedere se il sogno di Cameron di replicare il successo cult di Guerre Stellari si può realizzare. Voglio dire: quella roba lì (buoni-cattivi, bene-male, belli-brutti,...) trent’anni fa poteva ancora costituire un successone duraturo, che ancora adesso c’è chi ne va pazzo. Ora non più, se ne sono viste troppe di cose così. Opinione personale eh, poi magari mi sbaglio e allora fra 25 anni ci saranno ancora i raduni di gente vestita da Na'vi come ancora fanno con Star Wars.
Poi il polpettone è ben fatto eh: le scene d’azione sono avvincenti, quelle romantiche sono commoventi, qualche piccola gag strappa pure un sorriso, e alla fine si arriva in fondo alle 2 ore e 40 senza annoiarsi mai (beh, quasi mai).
La cosa che ho trovato più fastidiosa è grossomodo la stessa che aveva già scritto Amedeo Balbi: ma porca miseria, su un pianeta distante 4,5 anni luce dalla terra, possibile che la vita si sia sviluppata in modo così incredibilmente simile a quella terrestre? Le foreste sembrano foreste tropicali. Vabé, con fiori bellissimi e mai visti, ma sono fiori e piante e alberi e liane e muschio… tipo in Amazzonia, per esempio (e il pensiero per l’Amazzonia è una costante nei risvolti ecologistici della vicenda). Poi i Na’vi sono blu, sono alti 3 metri, hanno la coda, ma due gambe, due braccia, due occhi espressivi da morire, tirano con l’arco, si baciano, litigano, si radunano intorno ai fuochi per le cerimonie… Gli uccelli non sono proprio uccelli, ma delle specie di pterodattili, come da noi qualche milioncino d’anni fa…
Insomma, fantasia per fantasia, ci si poteva spingere un po’ più in là e ipotizzare delle forme di vita ben diverse dalle nostrane. Ma poi tornava il discorso del rischio: chi si appassionerebbe alle vicende di esseri pensanti ma di consistenza gelatinosa che si muovono come millepiedi e comunicano con vibrazioni nell’ultravioletto, per dire? Nessuno, anche se sarebbe stato più plausibile.
Comunque nel complesso un filmone: non va inteso come un’esperienza cinematografica, ma come un lunghissimo, coloratissimo, coinvolgentissimo e meraviglioso (nel senso della meraviglia) giro in giostra.
Alla modica cifra di 10 euro.
Si può fare, venghino signori, venghino.
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