22 settembre 2008

Tv On The Radio - Dear Science,

Smaliziato e cinico, mi capita ormai di rado di fare un salto per la sorpresa vagando per i negozi di CD. Giro piuttosto con fare curioso e sbircio tra gli scaffali, metaforicamente sollevando un sopracciglio alla visione di qualche cd sconosciuto di gruppi conosciuti, riponendolo poi con fare snob e la faccia di chi ha già capito che tanto si tratta di un disco che sicuramente sarà il disco dello sputtanamento del gruppo, quello che "erano meglio i primi lavori", quelli che avevano venduto 23 copie in tutto il mondo.
In realtà, il gesto di riporre l'articolo sullo scaffale, avviene quasi sempre subito dopo avere letto l'etichetta del prezzo, come a tutti. Come tutti, non intendo scucire cifre assurde per cd del cui valore non sono sicuro.
Poi ogni tanto capita l'eccezione, e allora corro il rischio, come in questo caso. Veramente gli ho dato un'ascoltata veloce con le cuffie a disposizione e sono stati sufficienti quei pochi frammenti a convincermi che potevo impegnare il mio patrimonio.
I TVOTR sono un gruppo di New York, neppure più tanto indie dopo che con lo scorso album (Return to Cookie Mountain) si erano accasati presso una costola della Universal, compiendo quel passo che spesso segna la fine della stima di tutti i cultori dell'underground, anche se magari al caro prezzo di un finalmente decente e meritato successo commerciale.
Che io sappia il successo commerciale non è stato stratosferico, ma il passaggio al regno del male delle etichette major non ha invece intaccato più di tanto la stima che il mondo della critica nutre nei loro confronti.
Bene, Return to... è uscito nel 2006 e da allora non avevo più avuto loro notizie, o meglio: non i ero più informato sulla loro attività. Mica posso stare dietro a tutti.
Così l'altro giorno, quando ho visto il disco esposto mi sono sorpreso ("Com'è? Non mi hanno detto niente!"), ma mi sono pure fiondato alle cuffie per capire se si trattava di uno sputtanamento o di una grande conferma. Non che si possa capire un granchè in queste scomode sessioni d'ascolto, ma comunque il piedino ha iniziato a battere a ritmo ed un sorriso ebete dev'essersi stampato sulla mia faccia. Ho recuperato la terza o la quarta copia nello scaffale (dev'essere un qualche tipo di nevrosi su cui riflettere: non prendo mai la copia più davanti di un CD, di un libro, ma neppure dei biscotti, del latte o degli spaghetti) e me la sono portata alla cassa.
Ad un primo, secondo, terzo, quarto... ascolto il disco è superlativo. Tant'è che non riesco a levarlo dal lettore, con buona pace dei miei famigliari. In questo lavoro i TVOTR hanno virato verso una forma un po' più easy del loro stile che comunque rimane sempre fatto da una stratificazione di suoni, ritmi, melodie, sfumature e stili che rendono il loro genere difficilmente classificabile e riproducibile. La virata tende ad una sfumatura più funk che negli altri album, ma rimane quella fucina di generi che vanno dall'r'n'b all'hip-hop, alla dance, all'house e a tutto ciò che la magnifica negritudine con cui i nostri affrontano il canovaccio della canzone riescono a spingere dentro con generosità.
Sono presenti un po' più di un tempo canzoni trascinanti, pur forse mancando di alcuni picchi che avevano dato valore enorme ai due lavori precedenti, ma il complesso, il valore medio è sempre di alto livello, con qualche episodio meno felice, ma con altri che sanno davvero farsi apprezzare.

Ora tornerò a fare il guardingo e il sospettoso quando rientrerò in un negozio di CD, ma di certo questa volta sono sicuro di avere fatto la mossa giusta: Dear Science, (con la virgola, eh) è un grandissimo acquisto.

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