16 maggio 2011

Wanjiru

Quando ti appassioni a qualcosa ti appassioni pure ai personaggi stellari che quell'attività la praticano a livelli eccelsi.
Mi capita per ogni mia Bruciante Passione, e dato che l'attuale e più bruciante di tutti è la corsa, il mio amore si rivolge incondizionato verso i fantastici maratoneti che corrono i 42km a velocità che neppure la mia mente riesce a concepire, senza parlare delle gambe.
Ce n'era uno, fino a ieri, che prometteva di diventare Il Più Grande Di Tutti, si chiamava Samuel Wanjiri e aveva vinto la maratona Olimpica di Pechino 2008, una di quelle vittorie che ti lanciano senza dubbi nell'empireo dei Grandissimi dello Sport. Lui tra l'altro l'aveva fatto da giovanissimo, a 21 anni trionfando in una gara dove l'esperienza e la testa contano tanto quanto le gambe, forse ancora di più.
Ha detenuto il record mondiale sulla mezza maratona per diversi anni (la prima volta l'aveva battuto a 18 anni), palleggiandoselo con Sua Maestà Haile Gebrselassie, e dato che questa è la gara che corro anch'io(1), la mia ammirazione per lui raggiunge livelli sconfinati.
Sempre giovanissimo aveva già vinto alcune delle maratone più prestigiose del mondo: Pechino, Londra e Chicago due volte.
Sportivamente un fenomeno, un fuoriclasse destinato a cose grandissime.
E invece la vita, le cose più banali e ordinarie della vita, lo hanno sconfitto. Non si sa bene cosa sia successo, pare che la moglie l'abbia trovato a letto con un'altra, che l'abbia chiuso a chiave in camera. Poi lui è volato giù dal balcone, non è chiaro perché, se sia suicidio o cosa.
In fondo però non importa.
È stata una vicenda piccola e meschina a uccidere un uomo grandissimo, un piccolo atleta (poco più di un metro e sessanta per 52kg) capace di fare cose meravigliose. In uno sport poi, in cui la saggezza, la capacità di sopportare dolore e fatica, la voglia di soffrire per ore, lo rendono più adatto ad animi ponderati che a giovanili esuberanze. Uno sport che non ammette colpi di testa, gesti inconsulti.
E invece, ad ulteriore dimostrazione di quanto il nostro carattere sia sempre troppo sfaccettato e articolato per essere descritto semplicemente, è stato tutto ciò che non deve esistere nella corsa di resistenza a ucciderlo.
Mi piacerebbe crederci e potergli augurare "Buone corse, ovunque ti trovi", ma non è nel mio sentire. Mi limito a digli "Grazie Samuel, sei stato una grandissima testa calda, ma grandissimo davvero".

(1)Oddio, mi sembra ridicolo mettermi nello stesso post in cui parlo di certa gente.
Lo è. È ridicolo.

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