30 ottobre 2008

La scuola di partito

Mentre da genitore assisto sconfortato al lucido e determinato sfascio della scuola pubblica, la primaria (elementari) prima di tutto, ma solo perché ne sono direttamente coinvolto, ché il lavoro di asfissia che si vuole portare a superiori e Università non è certo da meno, mi chiedo perché diavolo si stia operando in questo modo allucinante e umiliante per chiunque abbia la bella pretesa di volere fare un qualche ragionamento, una discussione, un confronto.
La cosiddetta "Riforma Gelmini" è un intervento sconvolgente su uno degli aspetti più delicati e sensibili di una qualsiasi Società, l'Istruzione scolastica, ed è stato fatto senza chiedere non solo il parere di chi in Italia le leggi le dovrebbe fare, il Parlamento, ma neanche di chi la scuola la conosce, ci lavora, la gestisce, la sostiene.
Niente.
Una rivoluzione imposta dall'alto, con una prepotenza arrogante e sorda ad ogni obiezione, che potrebbe alla lunga rivelarsi una pessima mossa dal punto di vista politico, quando, ora di tornare alle urne, si potrà constatare con mano quali sono stati gli effetti di un'azione non voluta da una fetta enorme dell'elettorato.
E allora, mi chiedo, perché? Perché uno dei governi più demagoghi della storia, non solo italiana, rischia di apparire così impopolare, di fare del male proprio a quei centri fondanti della democrazia italiana, come li chiamano loro, che sono le famiglie? D'altronde si sa, come siamo fatti: toccaci quello che vuoi, toccaci i portafogli, toccaci la cultura, toccaci pure le convinzioni religiose, ma non ci toccare i figli, ché, sai com'è, pure le pecore diventano aggressive se gli tocchi i figli.
Ma allora qual è la strategia a lungo termine? Si presentano gli scenari più foschi, e nel porsi questa domanda, nel cercare di trovare una risposta, vengono addirittura in aiuto parole dette quasi 60 anni fa, con una lungimiranza che fa paura. Solo che un tempo certi ragionamenti avevano addirittura l'effetto di porre dei freni alle azioni dei politici e alle scelte degli elettori.
Ora non più, le coscienze sono addormentate, se ancora sono vive.
Il discorso lo fece nel 1950 Piero Calamandrei, un padre costituente e disse così:
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico

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