Questa volta temo proprio che a dichiarare di avere fatto una scoperta musicale non ci faccio una bella figura, perché tutto sommato i Mariposa sono in giro già da diversi anni e sono pure abbastanza famosetti. Tanto che il nome lo conoscevo, ma tra una cosa e l’altra alla fine non avevo mai ascoltato niente di loro.
Ora invece mi sono avventurato in questo loro nuovo album omonimo e devo dire che sono stato davvero ben impressionato. Voglio dire, mi aspettavo qualcosa di tipo folk allegrotto e invece ho trovato un prog molto moderno, che in effetti ha qualche contaminazione folk, ma solo una spruzzata qua e la, nulla di determinante.
I testi sono quasi tutti in italiano, ma sono strampalati, onirici e surreali, per cui tutto sommato non c’è molto discorso da seguire, eppure alla fine ti sembra che un senso ce l’abbiano e di certo contribuiscono non poco all’atmosfera creata dalla musica.
La musica dicevo, è una commistione di generi, difficile da identificare. Grossomodo diciamo che si tratta di pop-rock-prog molto ben suonato e orchestrato. Poi le sfumature cambiano parecchio da brano a brano e pure all’interno degli stessi. Tanto che alla fine l’ascolto del disco potrebbe pure risultare un po’ difficilotto, se non fosse che i cali di tensione sono davvero rari e tutto il lavoro mantiene un bel tiro dall’inizio alla fine.
Prima di scrivere questo post mi chiedevo a chi avrei potuto regalare o consigliare questo disco. Ora penso che tutto sommato lo potrei consigliare a chiunque abbia voglia di ascoltare qualcosa di ben fatto senza la pretesa di trovare nella musica sempre solo il proprio genere preferito. Ché qui un genere ben definito non c’è e quindi nessun monomaniaco ne verrebbe fuori bene. Tutti gli altri, quelli un tantino più elastici, sì, ne rimarranno piacevolmente colpiti.
A me è andata così.
E intanto mi sto procurando gli altri precedenti album del gruppo. Vi farò sapere.
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