5 maggio 2008

J. S. Foer - Molto forte, incredibilmente vicino

Ogni tanto nella vita capitano delle coincidenze, o come le mie in questo caso, dei temi ricorrenti. E' un certo periodo infatti che mi ritrovo ad avere a che fare con l'Undici Settembre. Innazitutto mi è capitato di vedere World Trade Center di Oliver Stone, che, in una sorta di sineddoche cinematografica, rivive gli avvenimenti di quei giorni a New York attraverso l'esperienza di due pompieri coinvolti nel crollo delle torri.
Poi, spinto dall'interesse risvegliato dal film, mi sono sciroppato un po' di documentazione su quegli eventi e soprattutto sulle smentite delle versioni "complottiste" che girano da un po' di tempo a questa parte. Il sito che ne dimostra la totale infondatezza (delle teorie complottiste) è questo qua.
Infine, ho letto questo libro.
In poche parole racconta le vicende di un bambino che ha perso il suo papà nel crollo delle torri. Tra le sue cose rimastegli trova una chiave in una busta con su scritta la parola Black. Oskar, così si chiama il bambino, parte dunque alla ricerca della serratura a cui corrisponda la chiave, contattando tutti i Mr. o Mrs. Black che trova sull'elenco.
Intrecciata a questa storia se ne sviluppano altre, soprattutto quella dei suoi nonni che nella loro gioventù subirono il terribile bombardamento di Dresda, in un ricorrere degli eventi e del dolore davvero toccante.
E' scritto in modo piuttosto complicato, sicuramente non lineare, ma nonostante una certa fatica a seguirne il filo, mi sono trovato totalmente rapito per tutte le sue più di trecento pagine che sono corse via come un romanzo d'avventura.
Le vicende sono tutte narrate in prima persona, attraverso pensieri o lettere, e, cosa rara e difficile in un libro rivolto agli adulti, l'autore riesce comunque a mantenere infantile il protagonista, pur dotandolo di un'intelligenza vivacissima. E allora sono sogni ad occhi aperti, capricci, paure, testardaggini, slanci d'enorme affetto e di puerile cattiveria.
Non sono certamente aggiornato sulla letteratura di quelle parti, ma ho come l'impressione che Johnatan Safran Foer sia (o stia diventando) un grande scrittore americano.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

It could give you more facts.