3 luglio 2007

Chiacchiere da spiaggia

-Papi, perché il mare è salato?
-Papi, perché la spiaggia è fatta di sabbia?

Sono imbarazzanti queste curiosità, viene la tentazione di liquidarle con un “Non lo so” (che per quanto mi riguarda è l’unica risposta vera), oppure con qualcosa tipo “Quando sarai grande lo capirai”. I manuali di pedagogia spicciola consigliano la tecnica dell’inversione causa-effetto, tipo “Il mare è salato perché altrimenti i pesci del mare morirebbero” oppure “La spiaggia è fatta di sabbia altrimenti non sarebbe una spiaggia”. Sono risposte sciocche dal punto di vista logico, eppure coi bambini, che logici non sono, funzionano quasi sempre ed interrompono le temibili catene dei perché che porterebbero a impossibili escursioni verso la geologia, l’archeologia, la fisica della materia, la fisica delle particelle fino al big-bang e oltre.

Quando mi ritrovo di fronte a queste situazioni, la soluzione ideale sarebbe potere rispondere che le cose sono così perché Dio ha voluto che fossero così durante la famosa settimana della Genesi. Se fossi credente non ho dubbi che farei così, pure se fossi un credente che ammette il valore allegorico della Bibbia in almeno questi passi. In tal caso mi rifugerei tranquillamente nelle più che soddisfacenti spiegazioni della cosmogonia per bambini, quelle che prevedono l’azione di un essere onnipotente, magico, con incredibili superpoteri in grado di placare la sete di sapere del bambino più curioso, delegando poi alla loro maturità l’affinamento delle spiegazioni.

Eppure io, per mia natura e per il mio modo di vedere le cose, non ho alcuna possibilità di risolvere la questione in questo modo e devo arrabattarmi con una delle tecniche di cui sopra, ben tenendo presente che quegli occhioni che ti guardano dal basso verso l’altro non hanno grosse pretese, ma non possono neppure essere delusi, e questa è una delle tante responsabilità che comporta l’essere i sapienti della situazione.

La riflessione che queste situazioni mi provocano la voglio però riportare. In fondo l’efficacia della risposta teologica a queste domande non è altro che l’origine delle religioni. Quando l’uomo era bambino (rispetto alle conoscenze attuali) aveva ovviamente le stesse curiosità che hanno i miei figli, e tutto sommato gli stessi strumenti per soddisfarle. Logico che all’alternativa “nessuna risposta” fosse preferibile l’opzione “demiurgo”, piuttosto che arrendersi ed ammettere l’incapacità a dare una risposta soddisfacente, se ne inventa una di comodo. Tutto sommato la religione è anche una questione di orgoglio.

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