11 febbraio 2012

Illuminazione

Qui in Piemonte, da veri polentoni, il passato remoto non lo usiamo mai. Nemmeno se parliamo della nostra infanzia, nemmeno se parliamo delle gesta dei nostri avi. Mai, neanche sotto tortura.
Le uniche volte che coniughiamo a voce in quel tempo per noi impensabile è quando ce lo chiedono a scuola: "Verbo partire, passato remoto!"
E allora, facendoci una violenza inaudita, scioriniamo la litania: "Io partii, tu partisti, egli partì..."
Quindi, domanda: come fare a ficcare in testa a dei bambini che non l'hanno mai usata la coniugazione del passato remoto?
Oggi mi sono trovato esattamente in questa situazione, con la figlia ottenne alle prese con i compiti scolastici. Stavo tentando una faticosa sessione di memorizzazione forzata, quando ho avuto l'illuminazione:
"Carlotta, il passato remoto è il tempo delle fiabe!"
"Io partii, tu partisti, egli partì, noi partimmo..."
Voilà.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma il tempo delle favole non era "c'era una volta" ... ;-)

luca ha detto...

Sì, le fiabe iniziano così, ma poi principi, principesse e streghe si muovono al passato remoto.