Il cinema 3D è davvero il fenomeno del momento. È come andare sulle giostre, si viene catapultati per un paio d’ore in un mondo fantastico pieno di colori e cose strane, con la sensazione di esserne un po’ più parte di quando si guarda un film normale.
Cioè, quella cosa (entrare in un mondo di fantasia) capita anche con i normali film, solo che col 3D capita un po’ di più. Non è perfetto, comunque sei sempre spettatore passivo e quella cosa lì che vedi è chiaramente finta, ma è un ulteriore passo in avanti verso il realismo perfetto.
Un po’ come passare dal bianco-nero al colore o dalla televisione al cinema.
E così, dopo aver sperimentato Avatar, non ho potuto rifiutarmi di portare i pargoli a vedere Alice in wonderland. Io volevo andarci per il 3D, appunto, e per la regia di Tim Burton, loro per il 3D e per il cinema e per Walt Disney e per Alice e per i pop-corn e per gli occhialoni.
Beh alla fine tutti contenti, a parte per i pop-corn che non c’erano.
Il film è un buon compromesso tra l’immaginismo un po’ gotico di Tim Burton e le esigenze infantili di Walt Disney, per cui alla fine può andare bene per grandi e piccini con una piccola precedenza a questi ultimi. Almeno i miei 2 (6 e 8 anni) ne sono usciti entusiasti, mentre io dico un poco deciso “sì, carino”.
La storia è quella di una sorta di Alice nel paese delle meraviglie 2 – il ritorno, cioè un’Alice 20enne che vive ossessionata dal sogno (che in realtà è un ricordo quasi del tutto rimosso) della sua avventura infantile in un epoca vittoriana zeppa di convenzioni a cui lei molto malvolentieri si adatta. Fino al traboccare del vaso, costituito dalla proposta di nozze di un repellente lord pretendente a cui lei, secondo il parere di tutti, dovrebbe di buon grado acconsentire.
Alice questa volta non ce la fa, allora scappa dal pretendente inginocchiato e va a finire nel buco sotto l’albero dove era iniziata l’avventura da bambina e torna in quel mondo là, fatto di pozioni che la fanno rimpicciolire e ingrandire, sorrisi di gatti, brucaliffi, rose parlanti e soprattutto il cappellaio matto, che impersonato da Johnny Depp è quasi un protagonista del film.
In quel mondo si svolge tutta la parte veramente fantastica del film con la regina di cuori diventata una tiranna ancora più irascibile che ad un tempo (“tagliatele la testa!”) e Alice che chiaramente si schiera dalla parte dei buoni nel tentativo di spodestarla.
Ripeto, per i bambini è entusiasmante, come un cartone, ma ancora più bello, perché probabilmente è ancora più facile entusiasmarsi per l’eroina se questa è reale e non disegnata e se tutto è fatto bene, come riescono a fare i draghi volanti nel cinema attuale, allora non devi neanche più fare una gran sospensione dell’incredulità. Ti siedi, inforchi gli occhiali e sei sulla giostra.
Qui sotto l’immagine dei miei 2 pargoli poco prima che spegnessero le luci in sala. Già questo vale buona parte del prezzo del biglietto:
19 marzo 2010
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2 commenti:
che topolini....hihihi!!!!(bella l'espressione di Lorenzo...)ma eravate solo voi in tutto il cinema???beati voi...probabilmente quando io riuscirò ad andare a vedere un film in 3D sarà una cosa da dinosauri.... dott.ssa in cinema...!!!! ;-D
eravamo appena arrivati in sala e c'eravamo praticamente solo noi e pochi altri
lorenzo ha la solita espressione da "devo cercare di avere un'espressione decente, devo cercare di avere un'espressione decente, devo cercare di avere un'espressione decente..."
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