Quest'uomo è David Eugene Edwards, e le sue incarnazioni musicali si chiamano 16 Horsepower fino al 2002 e poi Woven Hand da allora fino ad oggi. Di entrambi i gruppi, D.E.E. è mente e cuore, ma soprattutto anima. La sua infatti è una visione della vita che centra ogni aspetto, e quindi (e soprattutto) quello musicale, sulla spiritualità e la religione, la Bibbia e naturalmente al centro di tutto, Dio. Per dire, ho letto un'intervista in cui spiegava che l'avventura dei 16 Horsepower si è conclusa non tanto per divergenze di tipo artistico, ma perché gli altri membri erano stufi di dover affrontare continue discussioni spirituali con David Eugene, mentre lui si dice incapace di vivere senza continuamente porsi questioni circa la propria anima... per dire il tipo.
E mentre da queste parti un elemento del genere canterebbe alle riunioni dei Ciellini o al più militerebbe nei Gen Rosso, a casa sua è riuscito a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nella scena indie rock-folk.
La sua musica è ieratica come quelle prediche da pastori anglicani, tuonate a braccia alzate da omoni che evocano visioni infernali e puntano sul timor di Dio dei fedeli. E in musica, una visione di questo genere si traduce in un rock sporco e pesante, lento e graffiato, come l'incedere di un Moloch biblico, uno splendido album, spesso e profondo, perfino trascinante in certi momenti.
Davvero una delle cose tra le più interessanti che mi sia capitato di ascoltare ultimamente.
1 commenti:
Lo scovero'! ;)
Posta un commento