Emiliana Torrini, a dispetto del nome è islandese. La sua nazionalità, e il fatto di essere una cantantessa la mettono poi subito a paragone con Bjork, ma con questa, a parte quei dettagli, ha davvero poco a che fare.
A dire il vero ha iniziato facendo roba pop con un po' di elettronica e ritmi lenti, molto alla Morcheeba di Who Can You Trust, per intenderci. E il fatto di usare elettronica era un ingrediente in più che l'accomunava a quella là. Poi, probabilmente stufa di questi paragoni, e di uscirne sempre con le ossa rotte (e vorrei vedere, è ben dura spuntarla con miss Guðmundsdóttir), col secondo disco cambiò radicalmente rotta.
Staccata la spina ed imbracciata una semplicissima sei corde di legno (o meglio, fattala imbracciare al suo amico e produttore Dan Carey), registrò un album (Fisherman's Woman) delicatissimo e decisamente folk, freddo e limpido come le gelide terre delle sue latitudini.
Quest'anno, dopo quelle sbandate tra elettronica e acustica, ha pubblicato un nuovo lavoro, Me and Armini appunto, nel quale sembra avere raggiunto un buon equilibrio tra quelle due sponde.
12 canzoni godibilissime, tutte in perfetto bilico tra pop e folk, con piccole deviazioni vero altri lidi (il reggae della title track ad esempio, che poi è reggae solo nell'arrangiamento, per mia fortuna), piacevoli da ascoltare e, pur con qualche banalità, sempre ad un buon livello. C'è sempre una grazia non comune nel modo di cantare di Emiliana, che ora sembra sorridere mentre canta e riesce a trasmettere allegria senza mai uscire dagli schemi.
Ho letto e condivido, che un disco come questo, se venisse pompato a dovere, chessò, heavy rotation su radio commerciali e MTV, un paio di copertine sui giusti giornali e uno dei ruffiani servizi(etti) del Vincenzone Mollica sui tiggì nazionali, sarebbe capace di spopolare e fare diventare Emiliana una nuova star della musica.
Poi magari gli indie-snob inizierebbero a storcere il naso e ad innescare il mantra del "sì, però io preferisco i primi dischi", però lei si guadagnerebbe un meritato successo. E ogni tanto pure io potrei trovare qualcosa alla radio su cui fermare volentieri la manopola della selezione.
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