Già è un evento che io e Monica si riesca ad andare al cinema insieme a vedere un film per adulti, poi quando riusciamo ad imbroccare una pellicola così il godimento è davvero assoluto.
Io amo i fratelli Cohen, tutti i loro film in tutte le loro declinazioni, che vanno dal cupo, al violento, al serissimo fino al quasi demenziale, come in questo caso e quindi forse parto prevenuto (in senso positivo) e rischio di non essere obbiettivo, ma cercando il più possibile di astrarmi sono convinto che quello che ho visto è un piccolo capolavoro.
Il cast di attori è davvero stratosferico, nomi come Pitt, Clooney, McDormand e Malkovich varrebbero già da soli il prezzo del biglietto. Il modo in cui recitano poi è stupendo, lontanissimo dai cliché di fighissimi strappa-sospiri a cui spesso si adeguano. Interpretano personaggi nevrotici, realmente ridicoli, stupidi, deboli, immorali... e lo fanno talmente bene che forse troppe volte ci si trova ad ammirare la loro capacità recitativa eccezionale.
La storia, al di là della superficie quasi comica, tratta temi serissimi, quali la solitudine, la superficialità, l'egoismo, il cinismo, l'opportunismo, tutti mali che in fondo affliggono più o meno tutto il mondo di questo inizio millennio. E la capacità di affrontare temi così grevi con leggerezza è sempre stata un'arte che da sola ho sempre apprezzato con meraviglia e ammirazione per gli autori.
La sceneggiatura, manco a dirlo, è senza pecche, senza punti morti, sempre in tiro con ritmo ed incastri impeccabili, coinvolgente ed appassionante. All'americana, insomma.
La fotografia, le riprese, il modo di girare, di fare vedere le cose è magistrale, all'altezza dei due fratelli, come sempre.
E allora, con un grande cast, grande recitazione, grande sceneggiatura, grande fotografia, perché più su ho parlato di piccolo capolavoro? Perché, a dispetto di queste caratteristiche degne di un kolossal, i protagonisti sono miseri, meschini, piccoli uomini, insomma, nonostante la boria e la determinazione di alcuni di loro.
E misere sono pure le loro vicende, i loro affanni e le loro iniziative. E tutta la vicenda, alla fine, non si snoda in una storia con il classico schema introduzione-sviluppo-fine, ma rimane sospesa, lascia interdetti, ti spinge a chiederti "e allora?", non si chiude con quei bei finali risolutivi ed esaurienti tipici dei classici film made in Hollywood e rimane tutto sommato piccola, fine a se stessa, senza sviluppi, senza morali, senza grandi lezioni.
Come nella vita reale, insomma.
P.S. Ah già di che parla? In pochissime parole è la storia di un paio di sprovveduti che, venuti in possesso di un CD contenente le memorie di un agente della C.I.A. tentano, di utilizzarlo per estorcergli dei soldi. Detta così sembra niente...
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