È una cosa il cui principio non posso non trovare detestabile, ma su cui mi rendo conto che la mia reazione è forse un po' eccessiva.
L'altro ieri abbiamo fatto il consueto giro dei cimiteri, a rendere un saluto ai nostri morti, come da tradizione.
E già iniziamo male…: in Italia (ma non solo, ovviamente) si fa vacanza in un giorno che celebra tutti i Santi (e provate a fare lo sforzo di immaginare che cosa siano i santi per chi cattolico non è) e non i morti, il cui ricordo e la giusta commemorazione dovrebbe essere concessa a chiunque. Per cui il "giro dei cimiteri" lo si fa il giorno della festa di Ognissanti e non in quello che a calendario viene dedicato proprio alla commemorazione dei defunti.
E vabbè, sono date, convenzioni, non stiamo a farne una questione.
Poi c'è l'altra fonte di irritazione per chi cattolico non è: il monopolio della commemorazione della morte sembra essere di fatto in mano al cattolicesimo.
Non so quando abbiamo iniziato, credo che derivi da una consuetudine di mia moglie, ma noi in questo "giro dei cimiteri" ci portiamo un lumino (quelle candele chiuse in contenitori antivento rossi o bianchi) per ogni morto che andiamo a visitare e poi una volta lì lo accendiamo con la partecipazione confusionaria dei bambini e lo lasciamo a testimoniare il nostro passaggio sulla tomba.
Beh, provate a cercare un lumino che non abbia appiccicata sopra una Madonna, un Padre Pio, un Gesù morto o un Papa Wojlyla. Provate, non ci riuscirete.
E io mi irrito: "Possibile che io debba portare ai miei morti la foto di 'sta gente qua?" A persone che in vita se la ridevano di certe cose, poi.
Allora, ai rituali della giornata, se ne è aggiunto un altro: la rimozione degli adesivi dai lumini:
3 novembre 2011
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